Quello che non mi sarei mai aspettato diversi mesi fà, quando mi accingevo a scrivere i primi articoli di questo blog, è che un giorno sarei arrivato ad intervistare un peso massimo tra gli psicologi in Italia.
E' quindi con grande piacere ed un pizzico di orgoglio che ho il piacere di presentare, primo tra gli interventi autorevoli sul blog, il professor Gabriele Melli.
Introduzione
Il Professor Melli è uno dei massimi esperti a livelli italiano in materia di Disturbo Ossessivo Compulsivo, Professore di Psicologia Clinica all’Università di Pisa, presidente dell’Associazione Italiana Disturbo Ossessivo-Compulsivo (AIDOC) e dell’Istituto di Psicologia e Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva (IPSICO) di Firenze.
E’ inoltre autore del libro Vincere le ossessioni. Capire e affrontare il disturbo ossessivo compulsivo , lettura praticamente obbligata per tutti coloro che vogliono saperne di più su come conoscere ed affrontare il DOC.
Il Prof. Melli è qui per parlarci di una ricerca, coordinata da lui in collaborazione con l’università di Pisa, su alcune delle cause implicate nella genesi e nel mantenimento dei sintomi ossessivo-compulsivi in chi soffre di Doc omosessuale. Non potevo lasciarmi sfuggire l'opportunità di rivolgergli alcune domande su quello che lo stato della ricerca e della terapia sul DOC in Italia.
Presentazione di Gabriele Melli, psicologo e psicoterapeuta cognitivo comportamentale
Lucio: Buongiorno Dott.Melli e grazie del suo tempo per questa intervista. Può spiegarci brevemente qualcosa di più sulla sua attività professionale e di ricerca in materia di DOC?
Dott. Melli: Salve e grazie dell’opportunità che mi sta offrendo. Come si evince dal mio curriculum, mi occupo di DOC fin dagli inizi della mia carriera, primariamente come psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, impegnato attivamente nel trattamento di moltissimi pazienti con questi problemi, ma anche come ricercatore, perché credo profondamente che la psicoterapia sia una scienza rigorosa e che i trattamenti debbano essere basati su solidi dati scientifici e non su approcci personalistici basati soltanto sul credo di alcuni teorici.
Lucio: Una prima domanda di carattere generale che vorrei farle è la seguente: nel suo libro “Vincere le Ossessioni” parla della Terapia Cognitivo Comportamentale come metodo di elezione per il trattamento del DOC. Potrebbe spiegarci brevemente che cosa è la TCC e perché è lo strumento più indicato in questi casi?
Dott. Melli: La terapia cognitivo comportamentale è ormai universalmente riconosciuta come l’unica forma di psicoterapia che si sia dimostrata scientificamente efficace nel trattamento del DOC, e in generale di tutti i disturbi d’ansia e dell’umore. Nel caso del DOC, la TCC dispone di tecniche comportamentali, primariamente della cosiddetta esposizione e prevenzione della riposta, ovvero di una procedura con cui si porta il paziente ad esporsi in modo molto graduale agli stimoli temuti (e normalmente evitati) – talvolta all’inizio solo in immaginazione - e a sospendere i comportamenti maladattivi utilizzati per gestire il disagio emotivo connesso alle ossessioni (compulsioni sia materiali che mentali, messe alla prova, richieste di rassicurazione, ecc.). Alle tecniche comportamentali si associa il lavoro cognitivo, mirato primariamente a individuare e modificare le credenze disfunzionali che influenzano il flusso di pensieri e portano a interpretare in modo erroneo e disfunzionali i pensieri, le immagini o gli impulsi intrusivi, innescando un circolo vizioso che li mantiene e li alimenta facendoli diventare ossessivi. Tutto ciò implica esplorare la storia di vita della persona per comprendere anche come queste credenze si sono sviluppate nell’ambiente in cui il paziente è cresciuto. L’insieme di queste procedure, che ovviamente ho dovuto ipersemplificare e banalizzare, rende l’intervento molto efficace, tanto che a livello internazionale tutti gli studi hanno dimostrato la superiorità in termini di efficacia della TCC non solo rispetto ad altre forme di psicoterapia, ma anche rispetto ai migliori trattamenti farmacologici.
Lucio: Passando a parlare più specificamente del Doc, per quale motivo, in base alla sua esperienza, è così difficile liberarsi delle ossessioni?
Dott. Melli: Primariamente perché pochi accedono a servizi clinici adeguati. Oggigiorno il DOC è curabile nella stragrande maggioranza dei casi, ma moltissimi non chiedono aiuto e ci convivono per anni e anni. Molti altri, purtroppo, si affidano solo ai farmaci, che possono migliorare un po’ la situazione ma quasi mai la risolvono, oltre a comportare ingenti effetti collaterali. Altri ancora affrontano percorsi psicoterapeutici (talvolta anche per molti anni) non adeguati, con professionisti che adottano approcci rispettabili ma non specifici e che non hanno evidenze di efficacia. C’è da dire, poi, che anche quella minoranza di pazienti che riceve servizi adeguati di terapia cognitivo-comportamentale ed eventualmente farmacologica, non sempre ottiene i risultati attesi. Infatti, non tutti i disturbi ossessivo-compulsivi sono uguali, e vi sono dei fattori personologici che possono complicare la relazione terapeutica e peggiorare la prognosi del trattamento, così come ci sono pazienti che hanno una motivazione intrinseca al cambiamento non sufficiente. La TCC infatti è efficacissima ma richiede un’alta disponibilità da parte dei pazienti ad affrontare un percorso di cura faticoso e emotivamente impegnativo, in cui sono coinvolti in prima persona attivamente. Esattamente come tutti gli obesi in teoria vorrebbero dimagrire, ma pochi ci riescono perché molti non sono disposti a fare i sacrifici a medio-lungo termine che questo richiede, allo stesso modo tutti i pazienti DOC vorrebbero guarire, ma non tutti sono pronti a farlo.
Lucio: Qual è l’errore più grande che vede fare in chi soffre di DOC e quali sono invece le 3 principali aree su cui ci si dovrebbe concentrare per risolvere il Disturbo Ossessivo Compulsivo?
Dott. Melli: L’errore più grande che vedo fare, come già citato, è quello di non informarsi a dovere e affidarsi ciecamente a professionisti inesperti o non specializzati, di affidarsi passivamente ai farmaci come se il DOC fosse una malattia organica, limitandosi ad aspettare che i farmaci facciano effetto e che i sintomi migliorino spontaneamente, o peggio ancora di non cercare per niente aiuto, negando di avere un problema o illudendosi di poterlo risolvere da soli pur di non esporsi all’umiliazione di ammettere di avere un problema del genere.
Presentazione della Ricerca sul Doc Omosessuale
Lucio: Mi riservo di farle ancora qualche domanda sulla terapia più avanti. Passiamo ora al tema di questa intervista: ci può introdurre brevemente il questionario ed il motivo di questa ricerca? E come mai l’avete incentrata sul Doc omosessuale?
Dott. Melli: Stiamo studiando il DOC caratterizzato dal timore irrazionale di essere o poter diventare omosessuali in quanto nella letteratura scientifica questo è stato sinora piuttosto trascurato. Quando si parla di DOC ci si riferisce sempre ai classici timori di contaminazione, con relativi rituali di lavaggio, o di danni e sciagure, con rituali di controllo; esistono tuttavia molti pazienti che soffrono di pensieri ossessivi ricorrenti cosiddetti “a contenuto moralmente o socialmente sconveniente” (aggressivi, sessuali, ecc.) e per i quali abbiamo a disposizione meno strumenti di cura. Al momento, infatti, la loro prognosi è peggiore nonostante il livello di sofferenza sia molto elevato. Le strategie comportamentali sono scarsamente o difficilmente applicabili, proprio perché in genere non vi sono compulsioni manifeste, e l’intervento si centra primariamente a livello cognitivo. Ne consegue la necessità di esplorare in dettaglio i contenuti cognitivi (credenze) che caratterizzano questi pazienti, che poi è lo scopo della nostra ricerca.
Lucio: Per preparare al meglio l'intervista ho eseguito personalmente il questionario e devo dire che è fatto in maniera eccellente. Rispondendo alle domande, ho avuto la sensazione di essere come guidato in un percorso di comprensione di molte delle cause del DOC. Mi riferisco, per fare un piccolo esempio, al perfezionismo, al senso di colpa ed alla differenza che sussiste tra i pensieri e le azioni. Secondo lei, che ne ha parlato anche nel suo libro, quanto è importante prendere coscienza di questi elementi del proprio carattere, per superare il DOC?
Dott. Melli: Prendere coscienza di questi elementi, che come già detto portano a interpretare in modo errato normali pensieri intrusivi, attivando così un circolo vizioso che li rende ossessivi, è fondamentale ed è proprio il focus della terapia cognitiva. Tuttavia la consapevolezza è utile ma non basta, perché certe credenze sono profondamente radicate e hanno origini molto remote, e perché sono implicate emozioni intense che impediscono al paziente di ragionare lucidamente (del resto tutti sanno che l’aereo è il mezzo meno pericoloso di tutti, ma tale consapevolezza non aiuta il fobico a non avere ansia quando deve prenderlo). Da qui il nostro lavoro, perché ciò a cui miriamo non è solo la consapevolezza ma anche la modificazione di certe credenze e l’automatizzazione di nuove e più funzionali modalità di pensiero.
Lucio: La seconda parte invece è più strettamente focalizzata sul Doc Omosessuale. Anche in questo caso, compilandola, è possibile comprendere molte delle credenze sbagliate che affollano la mente di chi soffre di questo tipo di Doc e che, in ultima analisi, sono fonte di grande sofferenza. Secondo lei, queste convinzioni possono essere modificate effettuando cambiamenti nel proprio comportamento?
Dott. Melli: Indubbiamente il cambiamento comportamentale, il cosiddetto “agire come se…”, cioè come se la pensassi diversamente da come la penso, aiuta a modificare certe credenze; tuttavia occorre spesso lavorare a livello cognitivo e meta-cognitivo per ricostruire come certe credenze si sono costruite, perché sono diventate così importanti e come si possono gradualmente mettere in discussione.
Lucio: Ho illustrato dal mio punto di vista due buoni motivi per cui un utente del blog dovrebbe compilare il questionario. Potrebbe aggiungerne uno lei?
Dott. Melli: Semplicemente perché questo è uno dei primi studi scientifici al mondo ad esplorare nello specifico queste tematiche e potrebbe avere delle ricadute molto importanti sulle possibilità di trattamento del DOC omosessuale, e non solo. Del resto noi siamo solo dei tecnici, ma tutto ciò che sappiamo lo dobbiamo ai nostri pazienti, che sono i veri esperti dei propri problemi. Sarò grato a chiunque voglia contribuire a questo progetto e ringrazio ancora il curatore del blog per avermi concesso questo spazio.
Chiusura e Saluti
Lucio: In chiusura del libro “Vincere le Ossessioni”, dopo aver elencato molte utili strategie, lei consiglia a chi soffre di DOC di comportarsi come un “consumatore accorto”, informandosi il meglio possibile al fine di trovare un esperto qualificato, poiché in effetti non tutti i terapeuti sono preparati sul DOC. In effetti molti utenti del blog riportano di non essere riusciti a trovare giovamento nelle terapie effettuate. Cosa si sente di consigliare a chi è particolarmente sfiduciato nei confronti della psicoterapia?
Dott. Melli: Purtroppo chi è sfiduciato ha ragione di esserlo, perché certamente avrà dedicato tempo e soldi a percorsi che non gli sono serviti a niente. I centri e i professionisti specificatamente formati nella TCC e in particolare nel trattamento del DOC sono purtroppo pochissimi in Italia, tanto che a Firenze abbiamo pazienti che vengono da tutta Italia, e non per fare un bel giro turistico. Quello che posso suggerire è solo di non perdere mai le speranze, perché non esistono casi di DOC irrisolvibili, per cui se un paziente non ha ottenuto risultati solitamente è “colpa” dei professionisti che ha incontrato, che in massima buona fede non hanno trovato la chiave giusta (e succede anche a noi!), ma è rarissimo che ciò significhi che il caso è talmente grave da non poter essere trattato.
Lucio: Nel suo ultimo intervento e in alcuni dei precedenti ha posto l'attenzione sull'importanza di affidarsi ad un professionista esperto e specializzato. Posso confermare che questo è un aspetto molto sentito dagli utenti del blog. Facendomi loro portavoce, mi permetta di esporle un problema purtroppo molto frequente. Le cure psicologiche specialistiche sono molto costose e non tutti sono in grado di sostenerle economicamente e logisticamente. Che cosa consiglia a chi si trova in questa situazione?
Dott. Melli: Purtroppo è vero perché sostanzialmente gli psicoterapeuti, soprattutto quelli più giovani e che utilizzano metodi efficaci e aggiornati, lavorano esclusivamente nel privato (in Italia). C’è comunque da considerare che un disturbo del genere è talmente invalidante che liberarsene non ha prezzo, e che un intervento ben strutturato ed efficace solitamente si conclude entro un anno, ovvero con costi complessivi che non superano i 3-4000 euro. Quello che consiglio è di investire, a costo di allontanarsi da casa e/o di spendere un po’ di più, ma di rivolgersi ai pochi centri seri e qualificati. Il sacrificio è solitamente ben ripagato e i costi che ha mantenere il disturbo sono solitamente superiori al costo di una buona terapia.
Lucio: Nel salutarla e ringraziarla nuovamente per il suo tempo, le lascio la parola per dare un ultimo consiglio a chi ci legge. Quale messaggio vuole lasciare agli utenti di LiberiDaOssessioni?
Dott. Melli: Non smettete mai di informarvi e affidatevi sempre e solo alle terapie e ai professionisti che seguono le linee guida internazionali! E per questo sono utili e benvenuti blog come questi che facilitano la condivisione di esperienze.
Mi occupo di DOC da una ventina d’anni e vi posso garantire che in questo spazio di tempo relativamente breve le evoluzioni scientifiche a riguardo sono state impressionanti, per cui presumo lo saranno altrettanto nel prossimo decennio.
Purtroppo però in Italia, nel mondo della psichiatria e della psicoterapia, vi è l’insana e disorientante (per l’utente) tendenza a promuovere approcci terapeutici del tutto personalistici; ciò determina l’altissimo rischio di cadere nelle mani di autorevoli professionisti che decantano i prodigi dei propri metodi, in cui ovviamente credono, ma che non hanno niente a che vedere con quello che la comunità scientifica riconosce come un trattamento basato sull’evidenza scientifica.
Indagate bene sulla formazione dei terapeuti a cui vi rivolgete e sulla loro esperienza specifica con il DOC, verificate se appartengono almeno a una società di terapia cognitivo comportamentale (quale AIAMC o SITCC), e soprattutto chiedete loro, prima di iniziare la terapia, in cosa questa consisterà, verificando che preveda le classiche tecniche comportamentali e cognitive sopra citate.
Un caro saluto a tutti i frequentatori del blog!
Conclusioni
Ti invito caldamente, ora che hai letto questa intervista, a cliccare sul link che porta al questionario ed a compilarlo. E se puoi vuoi dire la tua naturalmente puoi farlo qui sotto nei commenti!
Inoltre, se non lo hai letto, ti consiglio caldamente di comprare il libro Vincere le Ossessioni di Gabriele Melli, in quanto è uno dei pochi testi sul DOC veramente completi. Se deciderai di acquistarlo fallo SEMPRE cliccando nei link presenti in questa pagina. Aiuterai il blog a sostenersi finanziariamente (senza nessun costo aggiuntivo per te).
Grazie x il averci lasciato il suo contributo. Peccato che personalmente m ha agitato di più. Xke sembra che solo a Firenze esistano persone competenti.Cosa deve fare uno che non può andare a Firenze si ammazza? Come si fa a trovare la persona giusta che ci aiuti. Scusa lucio ma perdi le speranze leggendo ste righe.
Buongiorno, bella intervista e grazie per il valoroso contributo anche se per un ossessivo l’invito a non smettere di informarsi può essere peggio. Comunque condivido anche il pensiero di Marta in quanto sarebbe utile indicare anche altri centri nel resto d’italia. X Marta: Comunque ce ne sono alcuni: Genova, padova, napoli, roma. Vai sul sito AIDOC
Grazie Lucio!
3/4 mila dollaroni per un anno? Fantastico! O vendo il mio rene o mi affilio alla mafia o divento cercatore di pepite in nell’ Africa nera.
Domanda lecita quella di Lucio, ma risposta prevedibile…purtroppo chi vive e magari ha sempre vissuto con una certa disponibilità economica non arriva proprio a capire (forse!!), quanto può essere davvero impossibile sostenere delle spese pur facendo sacrifici.
Quindi era meglio non sentire la risposta.
Meno male che non sono l’unica a cui ha trasmesso ansia questo dottore! Io ho seguito una cura da uno psicologo che mi ha fatto scavare nella parte più brutta della mia vita, mi ha aiutato a capire che non sono una cattiva persona e che valgo qualcosa, ora sto molto meglio, ma non sono del tutto guarita e non mi sento di incolpare il mio psicologo, perchè a parer mio sa far bene il suo lavoro. Ora sono più consapevole del perchè ho le ossessioni e l’ansia, so esattamente cosa le ha provocate, ma mi chiedo “dopo aver avuto certe convinzioni e certe paure per 30 anni senza neanche rendersi conto, basta un anno di terapia per guarire completamente e spaccare il mondo”? Non credo proprio! Ci vuole tanta pazienza, perchè non si guarisce dall’oggi al domani e se il dott. Melli fa questo miracolo, vado subito da lui! Quello di cui mi rendo conto io è che adesso sto imparando ad affrontare la vita diversamente da come avrei fatto prima della terapia, ma non è facile staccarsi dalle vecchie abitudini.
G
*avevo scritto questo messaggio nell’articolo precedente:
“Ciao Lucio,
penso di fare enormi progressi ma ancora di strada da fare ce n’è e adesso i dubbi tendono a focalizzarsi sulla strada che sto percorrendo per uscirne. I dubbi sono del tipo: “starò facendo bene? e se stessi sbagliando? se me la stessi prendendo troppo comoda? se in realtà fin ora non fossi mai riuscito ad accettare i miei pensieri e per questo essi ritornano? ecc.” Accetto anche questi, non rispondo e non compulso. Inoltre cerco sempre di risvegliare il coraggio e la volontà, magari mi dico che sono stato bravo quando riesco a far abbassare leggermente l’ansia o quando affronto una situazione temuta. Il problema è che si sommano gli attacchi di panico; ne ho avuti di meno negli scorsi giorni ma comunque sono presenti. E mi è venuto questo altro dubbio: “devo trattare gli attacchi di panico come le ossessioni e le altre emozioni? o vanno trattati in altra maniera?”. Penso di dedurre ormai che tutti i disturbi d’ansia si debbano trattare più o meno allo stesso modo però volevo una tua conferma. Tu anche parli di attacchi di panico negli articoli, quindi penso che siano una espressione del medesimo problema. E così li ho considerati infatti fin ora. In fondo penso che quando una persona è molto ansiosa possa sperimentare praticamente la stragrande maggioranza dei disturbi d’ansia, non solo DOC o non solo DAP (disturbo da attacchi di panico). E’ veramente dura… per fortuna che esisti Lucio, mi stai dando una gran mano! Un saluto a tutti!”
Riguardo questo articolo posso dire che mi ha messo ansia e fatto aumentare un po’ i pensieri come tante altre cose, ora lo riconosco e lo accetto. Un ottimo articolo comunque, non conoscevo questo Dottore e neppure il suo libro. Una domanda: quindi esistono delle linee guida internazionali riguardo ogni disturbo psicologico giusto? E’ possibile trovarle su internet? Grazie ancora
Ragazzi cari! Buttatevi! Lanciatevi! Basta pensare! Questo è il problema e la causa di tutto! Ciò che ci mette ansia non ci appartiene! Ciò che ci rende invece veramente felice è la nostra strada! Non scoraggiatevi e non ascoltate la vocina interna. Fate i fatti, più fatti fate meno pensate. Imparate a stare bene sempre, comunque e dovunque senza ansie e senza preoccupazioni! Forzaaaaaa tutti noi siamo dei Leoni dentro! C’è chi subito lo capisce e chi si svaluta per troppi anni! Ognuno di noi è speciale, è incredibilmente bello e unico e fregatevene dei social network, di quello che fanno gli altri! Ognuno è fatto in un modo e dobbiamo scoprire noi la nostra strada! Seguendo le nostre idee e sbagliando, sbagliando molto! Rischiando!
State concentrati nella realtà, in ogni istante a quello che fate e pensate e lasciate scorrere i pensieri ansiosi, man mano non vi assilleranno più! Cercate la novità! non fate sempre cose di routine, cercate il cambiamento! Abituatevi ed adattatevi al cambiamento! La vita va affrontata comunque è una questione di scelte! Tu cosa vuoi essere??? Ecco vai e prendilo! Sbaglia, cadi, rialzati, ricadi, rialzati, fai esperienza, stai concentrato nella realtà, basta giochini, distrazioni ecc, il nostro gioco è la vita reale! E più facciamo esperienza più diventiamo bravi a giocare e meno la realtà ci fa paura. E fidatevi, i pensieri fanno molta più paura della realtà! Dio ci vuole bene, ci ha fatti proprio come vorremmo essere, sta a noi crederci e scovare le nostre forze interne!
Ascoltate la canzone Semplice di G. Togni per esempio… c’è chi si fa problemi su tutto e chi finalmente ha capito anzitempo che è inutile farsi problemi tanto vale godersi quello che c’è!
FORZAAAA
Voglio aggiungere altro, prendete la vita col sorriso! Col sorriso in faccia, sempre! Anche forzatamente! Abituatevi ad essere sereni, ripeto, anche forzatamente, piano piano la serenità diventa lo stato d’animo predominante! Invece chi si fa prendere dallo sconforto continuamente piano piano diventa “sconfortato” di base… Diventate autonomi! Cercate la vostra felicità, cercate la vostra realizzazione, siate positivi e guardate positivamente alle cose che succedono perché non sapete poi quale è il vero risvolto, magari i tempi non sono ancora maturi, magari poteva andar peggio! Non sapete mai il perché quindi concentratevi su quello che avete, fate leva su voi stessi e imparate e lanciatevi in prima persona! Siate positivi, sempre!
Ho scoperto che si trattava di doc (omo)l’anno scorso a maggio a partire proprio dal forum ipsico. Lì trovai i libri consigliati e comprai “cogito ergo soffro” (il titolo rispecchiava tanto il problema).
Dopo la psicoterapia durata 6 mesi circa, sono diventata assidua frequentatrice di quel forum, che la psicoterapeuta ad indirizzo cognitivo-comportamentale mi aveva detto di non frequentare (evidentemente la terapia non mi aveva aiutata); trovai sul forum un intervento del dottorMelli, diceva che parti di quel libro le avrebbe riscritte…c’erano degli errori insomma. Per questo non mi è mai passato per la testa comprarlo, da “buona ossessiva” non mi sembrava il caso.
Detto questo, il doc omo ha perso la sua forza, partecipo cmq alla ricerca?
L’intervento del dott. Melli riguardava il suo libro “vincere le ossessioni” ovviamente.
Intervento molto interessante. Tra l’altro il libro “vincere le ossessioni” è stato il primo che ho letto sul Doc e me lo ha prestato la mia psicoterapeuta mi sembra già dalla seconda seduta. Mi ha aperto un mondo a me sconosciuto e per me rappresenta l’inizio della rinascita! Sarà che io sono stata fortunata e ho trovato subito una persona valida che mi ha seguito (e mi segue ancora), ma condivido perfettamente il pensiero del Professore: bisogna scegliere attentamente da chi farsi seguire, e soprattutto bisogna essere estremamente convinti a intraprendere un percorso duro e difficile per riprendere in mano la propria vita. Il lato economico certo non è da sottovalutare, ma è il miglior investimento che abbia mai fatto in vita mia!
Sono sempre io. Volevo un parere. Ho ricominciato dopo la pausa estiva l’analisi con il mio psicologo. Gli avevo chiesto nei giorni scorsi di abbassare le sedute a due a settimana da tre quali erano perchè sto molto meglio. Oggi sono andato li e gli ho esposto il tutto e le motivazioni e lui mi ha detto di indagare sul perchè io pensi di dover farcela maggiormente con le mie proprie forze,perchè io pensi di non dover più chiedere rassicurazioni e sul perchè di voler diminuire le sedute. Non ha accennato una volta al fatto che sia migliorato o che magari era apprezzabile la ricerca di una maggiore autonomia e quindi autostima. Te Lucio che ne pensi? Dopo ciò credo che continuare farà solo aumentare i dubbi e allungare il processo di guarigione. E il bello è che ne sono convinto, lo sento. E’ una sensazione fantastica. Infatti penso che lascierò in tutti i casi.
È pazzesco.. Leggere tutte queste cose.. Fare il test e riconoscersi in tutto.. Avere una voglia pazzesca di corteggiare non una ma due.. Tre donne.. e sentirsi amato.. O rifiutato.. Non importa in questo momento.. Ma vivere.. E non avere sta schifezza di doc.. Ma c’è la speranza, la consapevolezza, la voglia di provare a uscirne.. Grazie comunque ancora a questo blog..
Ho letto il libro e ho capito la differenza tra doc e preoccupazioni reali di vita quotidiana… Se con la mia ragazza non faccio più sesso significa che ci sono dei problemi che vanno risolti ED È NORMALE AVERE DELLE PREOCCUPAZIONI così come tutti gli episodi della vita…. Credo che anche Lucio “leggendo sempre il libro “non sia esente da ricadute un Doc sarà sempre un doc e dovrà sempre mantenere gli esercizi… È giusto scriverlo è giusto informare perché molte volte viene scritto che ci si libera definitivamente del problema però il libro non dice questo dice che si sta meglio ma sempre a rischio ricaduta… La consapevolezza di ciò non crea false illusioni dando la forza di volta in volta di affrontare il problema
Parole sante, condivido tutto, avendo anche io letto il libro, che ritengo ottimo per informarsi, ma quasi del tutto inutile per curarsi.
Vorrei dire a chi è di Firenze di cercare Riccardo Capozza …. A me ha dato e sta dando un aiuto incredibile facendomi riscoprire la forza interiore che avevo smarrito.. I pensieri negativi li hanno tutti che poi siamo noi a giudicarli negativi per l educazione che abbiamo avuto per l iddotrinamento della chiesa dicendoci sempre cosa è giusto cosa è sbagliato “però poi ci sono i preti pedofili…” Basta avere il coraggio di riconoscere la nostra identità noi andiamo bene come siamo… Non come ci vorrebbero gli altri… Con il libro ho scoperto di non soffrire di doc ma di confondere le normali preoccupazioni con esso… E comunque la psicoterapia è importante per conoscersi meglio per risolvere i blocchi e i conflitti che ci portiamo dietro fin dal primo vagito… Ci vuole tanto lavoro interiore e tanta ma tanta pazienza e credere in se stessi perché non sempre chi ti è vicino è in grado di aiutarci, il libro,almeno per me, è molto valido per capire cos’è il doc ma non curativo… Siamo fatti di pensieri negativi e pensieri positivi ma è nostra responsabilità scegliere e decidere quale strada prendere perché non se ne andranno mai dipende dal importanza che gli diamo… Sinceramente ogni tanto mi viene in mente di staccare la testa a qualcuno che mi rimane indigesto ma non mi turba il pensarlo anche perché se mai lo facessi mi assumerei le mie responsabilità
Il test non lo trovo
Ciao Lucio,
Il libro del Dott. Melli l’avevo già letto anni fa’. Come già visto in altri commenti anch’io avrei dei problemi a spostarmi a Firenze in quanto abito a Milano e lavorando questo mi creerebbe dei problemi non indifferenti . Melli non può a questo punto stilare un elenco dei centri dele città più importanti dove ci si può rivolgere per la cura di questo disturbo oltre che a Genova Padova Roma e Napoli? Dato che a quanto pare l’istituto migliore sia solo a Firenze. Grazie
Buongiorno , vorrei domandare al dott. Melli se ha mai sentito parlare di compassione, valori morali, etica, giuramento di Ippocrate..a quanto pare no. Le auguro di non ritrovarsi mai ad avere problemi di salute e a non avere il denaro per potersi curare.
I miei migliori saluti
Ciao,
innanzitutto sarebbe stata una cosa carina firmarsi.
Secondariamente vorrei chiederti questo: tu lavori? Qualcuno dei tuoi familiari lavora? Accettereste di fare quello che fate per lavorare ad uno stipendio inferiore? O magari gratis?
Non voglio difendere nessuno, tantomeno il Dottor Melli che di certo non ne ha bisogno. Però bisogna essere seri.
Se il tuo ragionamento fosse corretto, nessun medico dovrebbe essere pagato e sanità pubblica non dovrebbe esistere perchè dovrebbe essere tutto gratis.
Il problema è che che le cure psicologiche non sono pagate dal Servizio Sanitario Nazionale. Potremmo parlare per ore della inguistizia di questa realtà.
Ma bisogna essere consapevoli che tutto ha un costo. SOPRATTUTTO LA SALUTE.
Innanzitutto anziche ‘ ricordare a me che per ogni professione e’ previsto un salario, dovresti sapere( visto che dimostri dal lavoro svolto all’interno del blog di essere un uomo apparentemente intelligente ),che ci sono Stati come la Francia ad esempio che e’ qui a 2 passi (senza pensare al Nord Europa , alla Germania ) che anche per i disturbi mentali , da’ ai propri cittadini la possibilita’ di beneficiare dell’intervento di validi professionisti (psicanalisti, psicoterapeuti e quant’altro) senza costringerli ad andare a fare rapine per potersi curare. Non scrivo per sentito dire perche’ proprio la mia ragazza pote’ beneficiare di una psicanalisi completamente gratuita , pagata con il denaro che ogni cittadino francese versa ogni anno nelle tasse alla Securite Sociale https://fr.wikipedia.org/wiki/S%C3%A9curit%C3%A9_sociale_en_France
Di conseguenza ribadisco cio’ che penso di professionisti come il dott Melli ed estendo al mio pensiero a chiunque approfittandosi della sofferenza delle persone si arricchisca , sfruttando la totale mancanza di assistenza sanitaria per i disturbi mentali dello Stato italiano . Medesimo pensiero ed augurio che rivolgo anche a chi abbia la medesima finalita’ attraverso un sito web,un blog,un forum . Buon proseguimento
Ho letto che dici di aver fatto meditazione…beh sicuramente se difendi l’etica “dell’ usura”, il tuo maestro non era sicuramente un grande spirito……
Sia chiaro che non ho nulla contro la professionalita’ e la persona del dott. Melli (non voglio essere frainteso) che sicuramente ha una preparazione esemplare nella cura del disturbo ma so per CERTO che ci sono molti professionisti (COME il dott. Melli significa che svolgono la medesima professione, di psicoterapueti) che pur non avendo la Sua preparazione si fanno pagare a peso d’oro…..Mi amareggia che l’Italia dimostri anche in questo delle gravi carenze. Ciao
Io credo in una cosa…. anch’io fino a qualche tempo fa avrei fatto di tutto per andare da un psicoterapeuta….ci stavo andando e dovevo sborsare 50€ a seduta ogni settimana , vale a dire 200€ al mese per 12 mesi = 2400€ ANNUÌ , e se poi tutto si prolunga? Cmq si la mia salute vale più di tutti i soldi….E cmq con una famiglia non avrei mai potuto farlo…..sarebbe stato togliere a loro per dare soldi ad una persona che mi avrebbe dovuto dare consigli e informazioni. …Ma io vi dico che voi sapete e siete coscienti come me di cosa volete sentirvi dire….E poi consigli ci sono amici e madre e padre….E neanche loro riusciranno a capirci in profondità. ….un dottore non ha il super potere ……io vi dico che la fede in Dio e in se stessi fa miracoli…..E lo stesso Dio dice nella sua parola ( la Bibbia ) di non confidare nell uomo , certo dice di AIUTARCI gli uni con gli altri, ma le nostre fondamenta dobbiamo costruirle noi!!!!! Aiutatevi che Dio vi aiuta per me è valso questo! Dio ci ha dato intelligenza e sapienza ci ha creati completi dobbiamo solo imparare da soli a sviluppare le nostre abilità! Noi siamo i padroni della nostra vita e quando cado Dio mi rialza…. Io conosco la verità solo io e ognuno di noi. Siamo dotati di coscienza e consapevolezza.
Credetemi tutto sta in cosa si CREDE per me i consigli di Lucio sono andati bene dovete e dobbiamo creare la nostra indipendenza e lo possiamo fare solo noi facendo le nostre scelte, osservando, crescendo e imparando, e ci saranno anche cadute tristezza e dolore ! La vita è questa !!!!
Mt 9:22 Gesù si voltò, la vide, e disse: «Coraggio, figliola; la tua fede ti ha guarita». Da quell’ora la donna fu guarita.
Questo è quello che dice Gesù lui non dice io ti ho guarita ma la TUA FEDE (CIO IN CUI CREDI) ti ha guarito, Ma attenzione non avviene in un istante ma applicando il credere ogni giorno.
Noi scegliamo ogni giorno a cosa credere
Ciao Lucio! Mi dispiace molto per i tuoi problemi familiari e ti auguro che tutto si risolva al più presto!
Ho letto attentamente e con interesse l’intervista,e ho fatto il test… So che era un test a scopo di ricerca e quindi che non dava un responso finale, però volevo dirti che mi ritrovavo d’accordo in quasi tutte le “affermazioni”, sia nella parte generale sia in quella specifica per il Doc omosessuale. In particolare nella parte sul doc omo, ero sempre del tutto d’accordo: nella mia testa è ben radicata la convinzione che una persona eterosessuale non debba trovare attraente una persona dello stesso sesso, o provare eccitazione per materiale pornografico omosessuale o avere pensieri di alcun tipo, nonostante il mio psichiatra mi ha ben spiegato che non è così…che l’eccitazione può avvenire molto tranquillamente, e che tutto ciò non è sintomatico di nulla! Sono fidanzato felicemente da anni con una ragazza meravigliosa, e queste ossessioni mi stanno rovinando la vita.
Quelle affermazioni dell’intervista, secondo te, erano appunto credenze sbagliate che ha di solito un soggetto affetto da doc omo? Per me è importante saperlo, in quanto leggere quelle affermazioni mi ha aiutato, proprio come hai detto tu nell’intervista, ad avere un pò più consapevolezza della situazione e a vedere oggettivamente i meccanismi di questo tipo di ossessioni.
Aspetto una tua risposta, un abbraccio
scusa ma immaginare delle cose o pensarle ed eccitarsi fisicamente mi sembrano due cose molto diverse, io ho sempre avuto paura delle immagini create dall’associazione di dati esterni nella mia testa e ne ero disgustato, ma non ho mai provato nulla a livello fisico. se non attacchi di panico ecc. a questo punto mi ritengo fortunato.
continuando gianluigi , al massimo come scrive lucio in un articolo dedicato si tratta di PSEUDOeccitazione.
Spero tu mi risponda 🙂 Magari anche in privato via mail se vuoi. Te ne sarei immensamente grato!
Ciao Lucio,
aprìì il test quando pubblicasti l’articolo, mi ricordo che c’erano domande sul doc omo specifiche, non lo feci perchè quei pensieri non erano più presenti come prima, sembrava non riuscissi a rispondere a quelle domande o ero presa dall’apatia,non lo so…cmq ora ho riaperto il test le domande della prima pagina erano domande a cui non potevo rispondere perchè io non ho compiti da svolgere durante la giornata, e altre le ho risposte in relazione al fatto che ho appena chiuso con un ragazzo. insomma penso che il mio test non abbia valore, rispondevo per andare avanti, ma pensavo che potevo ritornare indietro, invece alla seconda pagina è finito il test e le domande che avevo letto appena pubblicasti l’articolo non c’erano. forse un problema di software?!
Lucio… mi dispiace che tu non abbia letto il mio messaggio…. spero che prima o poi lo farai
TI auguro che tutto si aggiusti!
lucio speriamo tutti che stai bene e di avere presto tue notizie
Ciao Lucio,
vedo che il blog non si aggiorna.
E non vedo tuoi aggiornamenti, ne segnali alle persone che, con enorme affetto e speranza, ti hanno seguito fin qui.
E’ strano.
Non capisco questo comportamento.
Quando hai smesso di scrivere hai fatto riferimento a problemi personali. Spero che si siano risolti positivamente.
Però mi permetto di fare una considerazione a “voce” alta.
Le prime volte che ho letto i tuoi contributi sono rimasto incantato. Finalmente leggevo qualcuno che sa scrivere benissimo in italiano, che è chiaro, lucido. Che è passato per la sofferenza del DOC, ne è uscito, e spiega come fare per uscirne.
Ero così felice di leggerti, che non mi sembrava vero. E , forse perché soffro di DOC, mi chiedevo se fosse possibile che una persona così intelligente, così cordiale e disponibile, che aveva trovato la soluzione al DOC, fosse anche disponibile e altruista da offrire la soluzione al DOC anche a coloro che vi si trovano dentro nei loro giorni.
Ero diffidente innanzi alla speranza che qualcuno potesse dare un contributo a chi si sforza di trovare una soluzione alle proprie paure.
E, per questa diffidenza, non mi sono mai abbandonato alla speranza completamente.
E facevo bene.
Infatti, dopo aver ricevuto due tue e-mail, nel periodo delle vacanze di Natale, quando tutti sono in vacanza, con le quali scrivevi che chi non ti avesse risposto in due giorni veniva cancellato dalla mailing list, e leggere quelle e-mail al ritorno delle vacanze……mbè francamente lo trovo ridicolo !
Dopo aver creato aspettative di conforto nel DOC, sparire così improvvisamente, cancellando le persone dalla mailing list arbitrariamente, ritengo che non sia molto corretto. Capisco che era tutto gratuito, capisco che lo facevi con le migliori intenzioni, però cancellare tutto in questo modo, l’ho trovato poco serio.
Scrivo queste parole, aspettandomi una tua risposta, non certo privata, ma almeno pubblica sul blog.
E se questo non accadesse, spero almeno che altri, con la mia stessa disillusione, sappiano darmi almeno la loro spiegazione ad un comportamento così strano.
Buongiorno sig. Lucio, mi complimento innanzitutto con lei per la passione e la dedizione con cui gestisce il blog e la ringrazio per questo. Soffro di doc da ormai 3 anni e dopo svariate terapie che non hanno portato a risultati soddisfacenti vorrei rivolgermi al centro IPSICO coordinato dal dott. Melli per seguire il trattamento intensivo della durata di un mese. Mi rivolgo a lei per chiederle se ha contatti con qualcuno che abbia gia intrapreso questa terapia e che possa fornirmi informazioni in merito. Grazie
Salve a tutti. Volevo raccontare la mi storia e sapere come la pensate.
Da bambino, molto piccolo, avevo già una forte tendenza a dire quello che credevo gli altri volessero io dicessi, quindi una spiccata voglia di conquistare gli altri, di bisogno di accettazione. Nel parco dove vivevo ero il protetto dei ragazzini più grandi coi quali giocavo e insieme ai quali, non ricordo per quanto tempo e quante volte, ho svolto pratiche di simulazione sessuale: ci si metteva l’uno dietro l’altro simulando la penetrazione anale. L’eccitazione e l’euforia nel vedere i miei amici era dunque accompagnata da impulsi sessuali di questo tipo, che io, talvolta, avevo anche all’esterno, con altre persone (i miei cugini, mia sorella). Queste cose mi facevano sentire strano, così come il parlare spesso da solo (un altro me che metteva in discussione quello che pensavo). Già allora avevo sentito parlare di omosessualità e sviluppato una sensazione di diversità legata a questo concetto. In effetti, episodi infantili quali: mio padre che, nello sgridarmi perché portavo sempre la spia di tutto quello che sentivo, che mi dice: ”tu si ricchion”, mia nonna che, giudicando il rapporto tra me e le mie cugine che mi dice:” ah ma allora sei gay”.. .ed altri sono abbastanza nitidi nella mia mente, come lo sono le emozioni angosciose provate in quel momento. Tuttavia non era ben chiaro allora cosa fosse l’omosessualità, credo che nessun bambino a quell’età possa saperlo. All’età di 10 anni accadde un episodio che scatenò in me una grande crisi. La mia maestra durante un’ora di lezione, parlando di abusi sessuali, giochi erotici tra bambini, dice: “ragazzi ditele queste cose a casa, se vi succedono, perché queste cose vi guastano…”. Fui assalito quel giorno da un’angoscia fortissima, un senso di colpa, una paura mai provate prima. La sera a casa raccontai tutto ai miei. Esordii dicendo:” Mamma, papà, mi hanno guastato…”. Ad un bambino già abbastanza timido e insicuro questo episodio tolse parecchie certezze. Da quel giorno passai un periodo infernale. Non studiavo, piangevo, volevo dimenticare, cercavo di dare un senso a quello che m’era successo. Pensai addirittura che fossi stato incaricato dal Signore di aiutare gli altri amici piccoli che subivano queste cose insieme a me, e che convinsi a parlare coi loro genitori. La sensazione di diversità relativa a me stesso divenne fortissima. Mi sentii sporco e provai disgusto per me. I miei genitori tuttavia, forse sbagliando, sottovalutarono la cosa. Il tempo è la miglior cura, e iniziai a dimenticare anche grazie alla nascita di mia sorella Mariasole. Tuttavia era abbastanza ben strutturata l’idea di essere diverso, sporco, di possedere un lato da nascondere agli altri. Evitavo il contatto fisico coi miei amici maschi, o quanto meno lo controllavo, così come l’euforia legata a momenti passati in compagnia e accompagnati dagli impulsi di cui sopra erano da evitare. Giunsi così alle scuole medie, dove presi la mia prima cotta per una ragazza, Anna. Ore intere trascorse a pensare a lei, a noi. Pensieri puliti, mai a sfondo sessuale. A quei tempi iniziarono i primi confronti con gli amici maschi sulla sessualità. Io avevo paura del sesso, avevo paura dell’approccio fisico con l’altro sesso, appena vedevo una ragazza carina sarei scappato volentieri piuttosto che baciarla. Ciò rinforzava il pensiero di essere diverso, una diversità legata alla sessualità. In effetti quando si parlava di sesso, mi sentivo sempre fuori luogo o con qualcosa da nascondere,la parola ricchione mi faceva immediatamente assalire da un senso di angoscia, un brivido, mi sforzavo di nascondere le mie paure e i miei dubbi, inoltre pochi anni prima avevo fatto quelle cose coi miei amici… Alla fine della seconda media ho iniziato la pratica della masturbazione, rivolta senza induzioni esterne al sesso femminile. La prima volta che scoprii l’orgasmo fu quando mia cugina si spogliò dinanzi a me per vestirsi. Provai un piacere incredibile. Qualsiasi occasione era spunto per masturbarsi, anche le mie zie o le mie cugine (e questo a volte mi faceva sentire un peccatore). In questo periodo sviluppai a proposito una ossessione: avevo paura che, pensando alla morte dei miei genitori, essa potesse avvenire sul serio, o anche se non li avessi salutati prima di scendere. Sviluppai dei rituali che ancora oggi a volte pratico, vere e proprie compulsioni o gesti scaramantici, per scongiurare i pensieri. Iniziai dunque a diventare schiavo dei miei pensieri. Per quanto concerne la mia personalità, iniziavo a mostrare forti insicurezze, dai vestiti, ai capelli. Inoltre ero molto pigro, restavo spesso a studiare, uscivo poco. Arrivo così al liceo. Senza aver mai neppur baciato una ragazza, cosa che stesso io giudicavo strana, e tendevo a nascondere. Il primo anno fu tuttavia meraviglioso, in quanto mi innamorai di una mia amica, Emilia. Sensazioni meravigliose che mi permettevano di sognare, e di stare a riparo dai miei pensieri. Tuttavia avevo proprio paura dell’approccio fisico, avevo vergogna di non aver baciato mai una ragazza, e per questo anche con lei preferii soltanto l’amore platonico. Non andai oltre, avevo paura di provarci. Tuttavia, il tempo iniziava a passare, avevo quasi 15 anni, e non era accettabile questa mia debolezza. Iniziai a sviluppare un complesso di inferiorità nei confronti degli amici o conoscenti che non mostravano paura, sicuri di se, e mi sentivo invisibile rispetto a loro, non accettato. Diventavo nei loro confronti quasi passivo. Alla fine del primo anno Emilia venne bocciata, ma in vacanza riesco con sofferenza a baciare finalmente una ragazza, Francesca. Parlo di sofferenza in quanto tremavo, avevo scarsa salivazione, mi girava la testa, un po’ di tachicardia. Non mi piacque granchè, ma il fatto di avercela fatta, di essermi sbloccato, mi fece acquistare fiducia, mi sentivo più sicuro e forte, anche nei confronti degli altri maschi, confronto che non mi vedeva più sconfitto a priori. Questa sensazione durò poco. Quel capodanno, durante il veglione, baciai Barbara, una ragazza più grande, ma sempre con sofferenza: avevo ansia, avevo paura di non saper baciare, mi sentivo bloccato, e in effetti bevvi prima di riuscire a baciarla. Alcuni miei amici avevano invece già fatto sesso, mentre io tremavo all’idea di baciarmi una ragazza: l’idea di diversità stava riempendo il suo puzzle. I successivi due anni di liceo sono segnati da quest’angoscia per non essermi sbloccato con le ragazze e che mi fa sentire diverso, acuita dalla cattiveria di alcuni amici che, forse consci delle mie difficoltà, tendevano a parlare sempre di ragazze e di sesso, tendevano a non chiamarmi, a farmi fuori, e io mi sentivo sempre più uno sfigato. La sessualità era sempre un tabù, così come l’omosessualità uno spettro presente in me, un’angoscia che sollecitata, veniva fuori, ma che poi riuscivo a ricacciare giù. Non avevo fiducia in me stesso, e l’autostima era sotto i tacchi. Erano rare le volte in cui mi sentivo forte e all’altezza della situazione. Mi sentivo inferiore agli altri e cercavo protezione. Iniziai a guardare la serie tv Dawson’s creek in cui c’era un personaggio, Jack, che aveva difficoltà con le donne, e che ad un certo punto si scopre omosessuale, dicendo al padre:” Tu l’hai sempre saputo…”. La visione di questo mi turbò e non poco. In questo stato confusionale e di frustrazione una sera in vacanza, agosto 2005, accadde di guardare l’inguine di Fabio, un amico conosciuto lì, e di non riuscire a distogliere lo sguardo. Una fortissima sensazione di angoscia, un brivido dietro la schiena, accompagnarono quei momenti. Tornai a casa turbato, sconvolto. Fino ad allora non m’era mai accaduta una cosa simile, o di farci caso. Stavo guardando il pene di un uomo senza riuscire a smettere. Da quel giorno la mia vita è cambiata. Sebbene la mattina dopo l’angoscia e il pensiero erano svaniti, c’era ormai qualcosa che stava per esplodere, ossia io. In effetti a febbraio dell’anno successivo, una notte, in preda al panico più totale, sveglio mio padre e gli chiedo: “Papà hai mai avuto paura di essere omosessuale?”. Lì i miei genitori scoprirono un figlio diverso, pieno di paure, di complessi, di ansie. Non solo quello che avevano fino ad allora visto, bravo a scuola e indisponente coi professori. Sebbene il conforto e le rassicurazioni di mio padre mi fecero star meglio inizialmente, ero ormai preda della paura, la paura di essere omosessuale. Di esserlo sempre stato. Di averlo sempre saputo e non averlo voluto tirar fuori prima. Sebbene c’è da dire che mai in vita mia avevo fantasticato sul come sarebbe stato bello stare con un uomo. E quindi una rivisitazione di tutta la mia vita fino ad allora. Il riemergere delle fobie mai scomparse dell’età infantile. E’ in quel periodo che andai per la prima volta dal terapeuta, il quale mi diagnosticò disturbo ossessivo compulsivo. Intrapresi una cura di zoloft e ansiolitici. Ma quei tempi furono durissimi. Avevo paura anche solo di stare seduto accanto ad un mio amico, avevo paura di farmi la doccia negli spogliatoi, cose che fino ad allora avevo sempre fatto con serenità, piangevo, mi sentivo una pezza, non volevo vedere nessuno. Di questo sapevano solo i miei genitori, non ne parlai con nessun amico, per cui era difficile fingere di star bene. Da allora sono passati 10 anni. E io ancora mi ritrovo qui, con gli stessi problemi. Sono riuscito, dopo un fallimento a 18 anni, a stare fisicamente con una ragazza all’età di 23 anni. Di certo non ho più paura del bacio, che anzi mi piace. E del sesso ho meno paura, perché a partire dai 23 anni fino allo scorso anno l’ho praticato abbastanza assiduamente. Tuttavia non mi ha mai completamente appagato. Sempre lì a controllare se mi fosse piaciuto, sempre sensazioni d’ansia prima e dopo i rapporti. In questi anni sono anche stato fidanzato per un anno e mezzo, con la ragazza con la quale ho fatto l’amore la prima volta, ma anche lì, ero poco convinto, o non completamente convinto, e alla fine, in seguito ad una delle mie crisi, ho mandato tutto all’aria. Ho acquisito maggiore scioltezza con le ragazze, adesso ci esco da solo senza paura, e non ho più le paure giovanili di non sapermi muovere. Sono riuscito nonostante i miei problemi a laurearmi. Tuttavia il controllo e l’ossessione non mi hanno abbandonato. Anzi si ripresentano con costanza. E quando lo fanno in maniera violenta come in questo periodo stanno facendo, io vado in crisi. Ricomincio tutto da capo. Mi chiudo in me stesso e cado nel vortice delle paure. Metto a volte in discussione anche la diagnosi del terapeuta, credendo che sto solo mentendo a me stesso, e che in realtà sono omosessuale. Quando l’ansia si placa questa idea diventa sicuramente più distante, ma non scompare. Ho pensato più volte di dirlo a tutti ”sono gay e amen!”, e l’idea che questo pensiero abbia suscitato in me sollievo mi terrorizza ancor di più, ributtandomi poco dopo nello sconforto più totale. Il vedere un bel ragazzo ancora mi frustra, e mi porta a controllare ciò che lui suscita in me. Il fatto stesso di pensare che quello visto sia un bel ragazzo mi genera fastidio. Il confronto coi ragazzi del mio stesso sesso continua ad essere fonte di insicurezza e di incertezze. La sensazione di diversità permane e non mi fa vivere nulla a pieno. Il fatto di ricercare poco le ragazze mi fa sentire diverso. Le immagini intrusive che avevo dieci anni fa si sono ridotte, ma ancora esistono. A volte ho paura di innamorarmi dei miei amici, di quelli che voglio bene veramente. C’è da dire che in questi anni ho fatto, in totale, una ventina di sedute. Non appena mi sento meglio smetto di andare dallo psichiatra, il quale decise di adottare, ed adotta ancora, una terapia cognitivo-comportamentale. Non riesco a capire come venirne a capo. Non riesco a capire se tutta questa paura è generata da quello che sono (omosessuale), e che non riesco ad accettare, o da quello che temo d’essere(omosessuale) ma che non sono in realtà.
Lui, ti capisco e ti sono vicino. Quanti anni hai adesso?
Il tuo è un chiaro quadro di disturbo ossessivo compulsivo. Hai una paura grandissima verso l’omosessualità..ed è palese. E questo ti spinge ad avere quest’atteggiamento così ossessivo, contornato da dubbi e pensieri automatici. Ti capisco e ti comprendo… ma devi farti forza e reagire. Basta soffrire e stare male… basta torturati, tu non sei omosessuale, lo avresti saputo o comunque già saputo ormai, non credi? Basta…
Smetti di ascoltare la mente e ascolta di più il tuo cuore! Forza.. un abbraccio!
Ovviamente io non sono un medico, ma un ragazzo che cerca ogni giorno di superare le tue stesse ossessioni. Riconosco l’ossessività, l’angoscia e il turbamento… so di cosa parli
ho 27 anni… da una settimana le cose vanno meglio, l’ansia si è placata, la paura idem…anche se il leggere la tua frase ‘lo avresti saputo o comunque già saputo ormai’ mi mette un po’ d’ ansia 🙂 ti ringrazio per il confronto e conforto, è rincuorante anche se vorrei liberarmi del tutto da queste fobie invalidanti. Vorrei tanto un libretto delle istruzioni che mi dica come fare..
Ehi Lui,
Sono contento che tu abbia apprezzato il mio commento. Ma mi dispiace al tempo stesso che quella frase ti abbia messo ansia addosso…Credimi non c’è nulla di negativo o che debba metterti ansia in quella frase… io ti capisco, l’ossessività ci porta a ragionare e vedere tutto con ansia e angoscia, lo so!
Volevo semplicemente dire che se fossi stato omosessuale lo avresti saputo, lo sapresti!!
Perché già durante infanzia adolescenza avresti semplicemente sentito di voler stare con un uomo…tutto qui! Questo intendevo 🙂
Invece il fatto che tu abbia alti e bassi fa capire che la tua è solo un’ossessione, un dubbio..che puoi superare, per tornare a vivere e tornare ad essere te stesso! Spero che ora tu abbia capito
si, ho capito… il problema è che da quando sono comparsi i pensieri intrusivi ( guardare un uomo, pensare che fosse bello, o cose simili etc) , non vanno mai via, sono sempre lì. E nel momento di sconforto mi divorano.
Ciao Lucio ti volevo dire che io praticamente soffro pure da doc xo ti volevo dire che da un paio di giorni e come se vedessi dei pallini neri nell aria e ci faccio sempre più caso sarà frutto del doc che emette pure immagini intrusivo?grazie Lucio aspetto u a tua risp al più presto
Ciao Lucio,
vedo che il blog non si aggiorna.
E non vedo tuoi aggiornamenti, ne segnali alle persone che, con enorme affetto e speranza, ti hanno seguito fin qui.
E’ strano.
Non capisco questo comportamento.
Quando hai smesso di scrivere hai fatto riferimento a problemi personali. Spero che si siano risolti positivamente.
Però mi permetto di fare una considerazione a “voce” alta.
Le prime volte che ho letto i tuoi contributi sono rimasto incantato. Finalmente leggevo qualcuno che sa scrivere benissimo in italiano, che è chiaro, lucido. Che è passato per la sofferenza del DOC, ne è uscito, e spiega come fare per uscirne.
Ero così felice di leggerti, che non mi sembrava vero. E , forse perché soffro di DOC, mi chiedevo se fosse possibile che una persona così intelligente, così cordiale e disponibile, che aveva trovato la soluzione al DOC, fosse anche disponibile e altruista da offrire la soluzione al DOC anche a coloro che vi si trovano dentro nei loro giorni.
Ero diffidente innanzi alla speranza che qualcuno potesse dare un contributo a chi si sforza di trovare una soluzione alle proprie paure.
E, per questa diffidenza, non mi sono mai abbandonato alla speranza completamente.
E facevo bene.
Infatti, dopo aver ricevuto due tue e-mail, nel periodo delle vacanze di Natale, quando tutti sono in vacanza, con le quali scrivevi che chi non ti avesse risposto in due giorni veniva cancellato dalla mailing list, e leggere quelle e-mail al ritorno delle vacanze……mbè francamente lo trovo ridicolo !
Dopo aver creato aspettative di conforto nel DOC, sparire così improvvisamente, cancellando le persone dalla mailing list arbitrariamente, ritengo che non sia molto corretto. Capisco che era tutto gratuito, capisco che lo facevi con le migliori intenzioni, però cancellare tutto in questo modo, l’ho trovato poco serio.
Scrivo queste parole, aspettandomi una tua risposta, non certo privata, ma almeno pubblica sul blog.
E se questo non accadesse, spero almeno che altri, con la mia stessa disillusione, sappiano darmi almeno la loro spiegazione ad un comportamento così strano.
A me sembra stranissimo ce qualcosa che non va ho addirittura pensato ad un suo ritorno di Doc e se è così mi dispiace veramente. E rimasta solo Viviano che di rado scrive qualcosa. Lucio almeno dicci la verità come stai? Tutto bene? Che successo?
Sembra strano
Anche io ho pensato che la motivazione fosse un ritorno del DOC, ma in questo caso sarebbe utilissimo che Lucio tornasse a dircelo. Testimoniare che ci sono le ricadute fa parte del percorso per uscirne. Chi meglio di lui potrebbe dare questo messaggio ?
Comunque io un valido confronto lo trovo tra i frequentatori del forum psichearte, dove si parla del DOC e delle diverse sfaccettature di esso. Chi si trovasse in difficoltà provi a fare un “salto” in quel forum.
Spero vereamente che Lucio ritorni a lavorare sul sito internet.
Ciao ragazzi ho letto i vostri ultimi commenti e mi sento di lasciarne uno anch’io 🙂
Non credo che Lucio, in tutta onestà, stia vivendo una ricaduta dal DOC. Per quello che ho capito, vissuto, per quello su cui mi sono documentata mi sento di dire che se sei uscito definitivamente dal doc è difficile ricascarci, semplicemente non glielo permetti.. perché cambia proprio la tua vita, il modo di vedere le cose, di agire e di ragionare, capisci quanto hai perso e quanto rischiavi di perdere ancora 🙂 .
Si rinasce in ogni senso. E se rinasci sei una nuova persona.
Certo, per chi vive ancora delle difficoltà è piuttosto fisiologico quella diffidenza che voi stessi state provando, che vi fa dire cose del tipo “ho pensato ad una ricaduta”, e pensare cose del tipo “è giusto che Lucio non scappi e che sia sincero con noi”. Diffidenza che magari è il riflesso della paura e delle difficoltà che state provando.
Capisco che quando soffriamo di doc confidiamo TOTALMENTE in chi potrebbe darci una mano. Ma rifletteteci un attimo: è proprio questo aspetto di poca fiducia in noi stessi che lascia spazio a tante insicurezze, che lascia spazio al doc, che NON CI DÀ LA FORZA DI FARE UN PASSO DA SOLI.
Ci affidiamo totalmente agli altri (in questo caso a Lucio).. ma cosi diamo AGLI ALTRI il potere di decidere della nostra stabilità, del nostro equilibrio, del nostro voler muovere un passo o meno.
PARTIAMO DA NOI! La vita è la nostra e come la costruiamo dipende da noi.
È vero, Lucio come molti di noi si sta dedicando ai suoi impegni, ma questo blog è una MINIERA di consigli utili.
I consigli ci sono, le riflessioni anche… e voi? Voi ci siete? 🙂
Ripartite da VOI
Buona giornata a tutti
Caro Luigi non sono d’accordo con le tue conclusioni, dispiace anche a me che il blog non venga più aggiornato, ma non è ” un comportamento poco serio” Lucio non è al nostro servizio, ma ha scelto di fornire un servizio in modo gratuito, inoltre la gestione del blog ha dei costi ed è piuttosto impegnativo forse se tutti noi dessimo un nostro contributo anzichè cercare di “succhiare senza dare nulla in cambio” le cose sarebbero più facili per lui, e qui mi ci metto anche io perchè non l’ho ancora fatto ma sto aspettando che venga messa la possibilità di farlo con un tipo di carta non ancora disponibile (gli avevo scritto una mail in privato a tal proposito). Il fatto che abbia dato una motivazione (problemi famigliari) è per me più che sufficiente e mi fido di quello che dice lui, non è assolutamente tenuto a dire a noi come procede ecc ecc, non è un nostro dipendente. Infine questo blog ha già fornito parecchio materiale in proposito ma forse ti è sfuggito il succo del discorso, sei tu quello che deve uscirne con le proprie forze e qui strumenti per farlo ce ne sono molti, non puoi usare questo blog solo per rassicurarti dicendoti “ah bene un modo c’è” e poi non fai nulla per conto tuo, purtroppo non funziona così, il salto lo devi fare da solo, e con da solo intendo di cercare di mettere a frutto le cose scritte qui, non è che continuando a leggere qui ti sveglierai una mattina dicendo “ah bene sono guarito” lo sappiamo tutti che non funziona così, perciò non sfogare la tua frustrazione incolpando gli altri di cose di cui non hanno colpa.
Cara Viviana, caro Jhon,
ho letto con interesse le vostre considerazioni. E le condivido pure.
Forse avete ragione mi sono fatto fraintendere sulla valutazione che ho dato in merito a questa “pausa ” del blog.
Nei contenuti del blog c’è già l’indicazione giusta per affrontare il doc.
Dobbiamo ora lavorare su noi stessi.
Avete ragione.
Spero comunque che le difficoltà familiari di Lucio si risolvano presto positivamente e che torni ad arricchire il Blog.
Salve ragazzi. Purtroppo negli ultimi giorni ho avuto una brusca ricaduta. Mi sono svegliato con l’ansia e l’angoscia, e sono ormai dieci giorni che sto male. Il problema è sempre lo stesso, ovvero il giudizio fortemente negativo di pensieri o emozioni che, secondo uno schema mentale dicotomico, rigido, chiuso, non dovrebbero esserci, legati ad una paura sviluppata negli anni. Purtroppo, la costante competizione con me stesso, mi porta a voler necessariamente controllare ogni cosa inerente la mia paura. Pertanto, una conversazione piacevole con un collega uomo a lavoro diventa un evento drammatico. Il piacere nel vedere un amico, diventa drammatico. Il vedere un ragazzo su cui già in passato ho compulsato, oggettivamente un bel ragazzo, e il non riuscire a non pensare che fosse un bel ragazzo, diventa drammatico. Frustrante. Abbatte l’autostima, la forza mentale, la voglia di reagire. In questi casi entro in un loop che non riesco a controllare, e che si esaurisce solo col trascorrere del tempo. Eppure, dopo aver scritto a Gennaio, i mesi successivi sono andati meglio. Ovvero, un ritrovato equilibrio, una certa serenità. I pensieri intrusivi, gli allarmi, quelli non spariscono. Tuttavia la forza mentale di reazione è diversa. Questo però porta un logorio, che ti scarica, ed è probabilmente per questo che ad un certo punto crollo. Quello che vorrei capire a questo punto è che strategia adottare. Posto che questi pensieri, queste sensazioni, non possono e non devono essere controllate, essendo il controllo causa di stress, ansia e agitazione, come lasciarli scorrere se la carica emotiva che li accompagna è molto forte, e anche quando non lo è all’istante, lo diventa nel tempo a causa di un continuo rimurgino?
Inoltre, volevo chiedere, soprattutto ai ragazzi, alcune cose. Io a volte, quando mi sento sicuro, vorrei spaccare il mondo, mettermi in mostra soprattutto con le ragazze, assumere un atteggiamento da superuomo. La sensazione di riuscire ad essere brillante, soprattutto col gentil sesso, mi fa stare bene. E mi fa stare bene anche che gli altri mi vedano come un donnaiolo. Nel mio profondo invece, sono un timoroso, che ha paura di non essere all’altezza , e che teme il giudizio altrui. Temo molto il contronto col mio sesso, e ovviamente i pensieri intrusivi non fanno altro che ridurre ancor di più la mia autostima. Il solo fatto di aver pensato che un uomo possa essere attraente mi strugge, mi deprime, rifuggo da tutto ciò ma non trovo ristoro. Voi come fate? Volevo ascoltare un po di esperienze altrui, per rassicurarmi, anche se so essere sbagliato, e per sentirmi meno solo.
Un abbraccio e buona guarigione a chi sta soffrendo
Ciao Lui21 :), ho letto la tua storia ed il tuo ultimo messaggio. Anche se molto alla lontana riesco a percepire il tuo disagio e la cosa mi ha fatto molto riflettere. PREMETTO che sono un ragazzo comune quelle che seguiranno sono le mie conclusioni sulle mie esperienze 🙂
Non so se ho il DOC, forse il fatto di pensarlo di esserlo potrebbe accentuare la cosa fino a diventarlo. Però non voglio e di conseguenza non lo sono. Dopo questa frase posso percepire dentro di me come se provassi contrasto con quello che ho detto. Ascolto meglio sento chi si sta opponendo a questo pensiero, sono io. Questa volta non voglio scappare, ma voglio capire perchè succede, “voglio sapere perché mi fai questo. Per quale motivo cerchi di andare contro alla vita che potrebbemmo avere” La risposta non si fa attendere “Volevo che mi accettassi per quello che sono, almeno tu. Mi sento solo, vorrei soltanto essere felice”. (Cavolo, la cosa mi è uscita di getto)
Questo dialogo interiore a caldo mi ha dimostrato per l’ennesima volta che il problema non sono i pensieri in sé (brutti che siano), ma quello che lo alimenta.
Ogni persona ha un proprio percorso davanti, io la vedo come una sfida personale che va fatta in solitaria, ma non in solitudine :).
Dopo un po’ di anni si è stufi di quello che succede ed è per questo che una volta per tutte senza scappare da quello che temo ho voglia di affrontarle e succede di vedere quelle paure agire e fare il loro corso per poi svanire e mostrare chi c’è veramente dietro, un bambino che non desidera altro di essere amato…
Era da un po’ che non passavo di qui! Oggi ho deciso di ritornare perché è passato un anno dal calvario e sento che questo blog mi ha aiutato a mettere a fuoco le cose e ad aggiustarle. Non voglio dilungarmi molto nei dettagli però voglio dire a tutti quelli che si sentono oppressi, e che credono che non se ne possa uscire più, RAGAZZI SI PUÒ. Penso che il contributo più grande che posso dare, a mio modesto parere, a chi soffre è dicendo quello che ho capito dalla mia esperienza. Ho scoperto dopo un pò di tempo che soffrivo che alla base di tutto c’era un intolleranza! Una sostanza mi procurava ansia. Niente di illegale eh! 🙂 con questo non voglio dire ASSOLUTAMENTE che il DOC è un’intolleranza a qualcosa, però questo mi ha fatto capire una cosa: la benzina del DOC è l’ansia, non il contrario! Cioè, non è il DOC e quindi il suo contenuto a farti venire l’ansia. È l’ansia che genera il DOC! Nel mio caso la fonte dell’ansia era di tipo fisiologico, se così si può chiamare, ma può nascondersi sotto le più disparate vesti! L’ansia può celarsi dietro tantissime cose, non ultima una scarsa autostima, una mamma troppo intransigente, una maestra che ci ha intimoriti nei nostri anni più fragili. Sono esempi ovviamente, ognuno ha la sua fonte. Il DOC è figlio di questa ansia che cresce insieme a noi. NON BISOGNA CREDERE CHE BISOGNA “SFIDARE” IL CONTENUTO DEL DOC, BISOGNA TROVARE E SFIDARE LA FONTE DELL’ANSIA, IL DOC VA VIA DI CONSEGUENZA. Alcuni diranno “ma a me l’ansia viene coi pensieri intrusivi, cosa dici!” . Questo, a quanto ho capito, succede perché non riusciamo a distinguere i vari elementi dell’ingranaggio e ci sentiamo persi. Ed è normale quando la mente è continuamente sotto sforzo. Allora diventa importante cercare di mettere a fuoco l’epicentro vero dell’ansia. Per farlo non serve nemmeno scavare nel passato, se abbiamo il DOC vuol dire che l’ansia è con noi in questo momento, poco importa ciò che è successo o crediamo sia successo anni prima. E se è con noi in questo momento la possiamo individuare. Una volta individuata c’è da focalizzarsi su di essa e lavorarci su. Il DOC vi darà filo da torcere ma cercate di metterlo da parte, ditegli che le “battaglie sono solo sospese, che risponderete alle domande semplicemente più tardi” è come fare un salto nel vuoto senza sapere cosa c’è sotto. Ma se siete sulla strada giusta adottò troverete un terreno saldo e il DOC vi sembrerà un alieno. ABBIATE FIDUCIA IN VOI STESSI. Se cadete, RIPROVATE, non c’è problema, non c’è fretta. Spero di essere di aiuto a qualcuno. Con questo NON VOGLIO DARE UNA “CURA”, UN QUALCOSA DI SCIENTIFICO, IL PARERE DI UN ESPERTO È INSOSTITUIBILE. Volevo solo raccontsrvi la mia esperienza e, ripeto, dirvi CHE SI PUÒ USCIRE.
Brava Rossana!
Ciao Rossana!
Grazie per il tuo contributo!
Questa giornata è partita in modo difficile, e leggere il tuo messaggio, è stato motivo di riflessioni..mi sto rialzando dopo la caduta 🙂
Purtroppo i pensieri fanno nascere mille dubbi, ci pongono tranelli molto ben camuffati..
Quando ho letto il contributo di Minelli mi sono chiesta se la terapia che sto facendo da almeno 2 anni fosse giusta: si tratta di un approccio diverso da quello descritto dal professore, così stavo andando un pò in confusione perchè mi chiedevo se fosse giusto cambiare terapia, visti i miei alti e bassi..
Poi ho letto il tuo messaggio, e mi hai ricordato di quanto un docker si affidi agli altri per la ricerca del proprio benessere ed equilibrio..a prescindere dai vari approcci terapeutici, è da NOI che dobbiamo partire!
Un grazie sincero per il tuo contributo 🙂
Buona giornata a tutti!
Nel libro del dott. Melli “Vincere le ossessioni. Capire e affrontare il disturbo ossessivo-compulsivo” viene riportato che una donna ossessionata dal poter fare del male ai suoi cari è stata portata ad appoggiare un coltello alla gola del marito pensando di conficcarglielo nel collo e appoggiare un coltello sul piede della figlia neonata, pensando di affondarlo nella carne. In più è stato consigliato alla donna di guardare film dal contenuto violento, specialmente dell’orrore.
Ora, capisco che la signora sia stata sottoposta a “schede di riattribuzione normalizzante” (non specificate nel testo, mi riferisco a quelle del caso), ma personalmente sono rimasta scioccata: ho strappato il libro in modo che nessun altro potesse leggerlo e l’ho subito messo nella raccolta carta, lo sconsiglio agli studenti che tanto lo apprezzano su Amazon e auspico un controllo maggiore dell’Ordine degli Psicologi, anche a tutela dei minori.
Caro Lucio , mio figlio dal dottor Melli è stato seguito per tanto tempo senza nessun risultato .Comunque lui parla molto bene dicendo che in un anno si guarisce .Posso garantirti che ci sono doc e doc e non è facile stabilire il tempo che ci vuole .Chiedo al dottor Melli come mai dopo che ha preso tanti soldi ogni qualvolta che avevamo bisogno non è mai stato possibile contattarlo telefonicamente? Sono davvero disgustata di come questi professionisti lavoro solamente per il Dio denaro senza umiltà per chi soffre di questo grave disturbo.I grandi sono i grandi e si differenziano mi dispiace per questa mio sfogo ma non puoi immaginare quanti soldi ho speso per andare Da Bologna a Firenze e poi nel momento del bisogno sono irraggiungibili. QUINDI QUELLO CHE DICE PER ME E’ SOLO TEORIA.
Ciao a tutti, sto cercando il questionario di cui si parla nell’intervista a Melli. Qualcuno sa come è possibile recuperarlo?
Grazie