Ciao e benvenuto in questa nuova Storia di successo, di chi è riuscito a vincere il DOC (o almeno a gestirlo) ed è pronto a raccontare agli altri come ce l’ha fatta.
L’articolo che leggerai è basato su una mail che ho ricevuto a Novembre, da parte di una ragazza che aveva appena letto il mio articolo “5 anni dopo il DOC”
Premessa… ho ricevuto tantissime email come questa. Ma questa meglio di tutte le altre riassume l’Odissea e il grande ciclo di “distruzione” e “rinascita” che è tipica di una crisi profonda come quella che viviamo durante il DOC.
NOTE: Ho modificato leggermente la lettera in questo modo
- Ho tagliato alcune parti (era molto più lunga e alcuni particolari troppo intimi)
- Ho rivisto lo stile per adattarlo al Web
- Ho cambiato i nomi di protagonisti (per ovvi motivi di privacy)
- Ho tolgo luoghi ed eventi riconoscibili
- Ho tolto le emoticon (scusa Veronica, erano bellissime ma sballavano la formattazione)
- Ho aggiunto i titoli di paragrafo per aiutare la lettura
- Ho aggiunto le mie note a commento
Tutto il resto è splendidamente e sinceramente genuino.
Buona lettura!
ATTENZIONE: L’articolo presuppone una conoscenza piuttosto approfondita dei meccanismi principali del DOC e delle tesi che ho sostenuto negli articoli precedenti. Per chi è “nuovo” e nel pieno della “crisi” molti concetti potrebbero essere del tutto incomprensibili ed in alcuni casi inutili o addirittura controproducenti. Per approfondire leggi il DISCLAIMER in fondo alla pagina
2014 – Benvenuti attacchi di panico
Mi presento.
Sono Veronica, ho 25 anni e sono fidanzata da 7 anni con Alberto.
Prima di parlarti del DOC e di cosa è capitato a novembre 2018, facciamo un passo indietro nel lontano 2014.
Una notte come tante, dopo aver salutato i miei genitori, mi preparo per andare a dormire. Metto in ordine la borsa e i libri e vado sotto le coperte. Quando ormai stavo per addormentarmi, ecco che il mio cuore inizia a battere velocemente.
Inspiegabilmente vengo presa dal PANICO TOTALE. Stavo perdendo il controllo, tremavo come una foglia e avvertivo una sensazione strana in tutto il corpo. Non capivo cosa stesse accadendo ne perché, ma soffrivo enormemente.
Decisi di attuare quel poco che sapevo sulla respirazione iniziando a inspirare ed espirare lentamente e a calmarmi focalizzarmi su altro. Dopo un po' funzionò ma quei secondi eterni, che erano stati tremendi per me, rimassero impressi a fuoco.
La paura che mi tornasse un altro attacco di panico (naturalmente in quel momento non sapevo si chiamasse così) era fortissima. E non era da sola…
Infatti, oltre al " E se quando vado a letto ricapita? e se mi viene un infarto? Etc…", altre paure e altri pensieri mi logoravano. Avevo paura di entrare in depressione e un giorno guardando il figlio di una mia amica dentro il passeggino, di poter diventare addirittura pedofila.
NdLucio: Come ho già raccontato da qualche parte nel blog, anche io ho avuto episodi di ansia acuta molto precedenti l’esordio del DOC. Diciamo che il DOC è stato l’evento più DEVASTANTE ma comunque l’ultimo di una lunghissima serie di crisi e depressioni che mi portavo dietro fin da quando ero bambino.
Avendo letto migliaia di e-mail da parte di persone che mi hanno raccontato la loro vita, posso dire che almeno statisticamente, chi più, chi meno, è così per tutti
Solo dopo due settimane sono riuscita a confessare ai miei genitori che ero stata male e che forse era il caso di consultare uno specialista. Incominciai il percorso di psicoterapia e dopo un anno e mezzo avevamo riscontrato che il problema più importante fosse mia madre, la sua severità, le sue restrizioni e la mia poca libertà.
Dal 2014 al 2018, grazie al percorso fatto, le cose sono andate migliorando: mi sono diplomata, mi sono iscritta all'università e avevo un po' più di libertà... ma sullo sfondo si preparava il grande baratro.
Novembre 2018 – La ricaduta
Una sera io e il mio ragazzo siamo andati a cena da amici dei miei. Io ero restia a rimanere perché il marito nella coppia era noto per avere importanti disagi psichici.
Quella sera lo osservai di sottecchi continuamente, in agitazione costante e crescente. Lui d’altra parte cenò velocissimo e tornò in camera sua in fretta e furia.
Quella cena fu la goccia che fece traboccare nuovamente il vaso.
Il panico tornò a farmi visita di notte e iniziò da quel giorno un lunghissimo calvario di intensità crescente…
Gennaio 2019 – L’incubo del DOC
Un giorno notai, come le immagini che si susseguivano sul mio profilo Instagram contenevano solo immagini di trucchi, vestiti, bambini, cibi e attrici.
Conclusione?
"Se ci sono pochi maschi nel mio profilo e non ho messo il like su delle pagine dove pubblicano immagini di uomini attraenti, vuol dire che il corpo maschile non mi piace e quindi mi piace l'altro sesso".
Mi sembra esatto come ragionamento no? X-D
NdLucio: Molto spesso il DOC parte da una singola domanda (o da un ragionamento) assolutamente assurda. Domanda alla quale però, in un momento di debolezza o di forte ansia (dovuta ad altre ragioni) non si riesce a dare una risposta certa.
Io ricordo perfettamente la “Domanda Originale” ed anche tutti i dettagli con i quali si manifestò nella mia mente (evento, ora, luogo ecc.). E ricordo anche tutte le altre “grandi domande” che mi hanno devastato per molti mesi.
Ora se ci ripenso mi viene da ridere data l’assurdità del contenuto di quei quesiti. E talvolta mi chiedo… “ma come ho fatto a pensare che…”.
Purtroppo però nei periodi di maggiore vulnerabilità per qualche ragione può capitare che anche le più grandi certezze crollino (del resto accade anche a chi non ha il Doc né soffre di ansia), soprattutto quando un disturbo come il DOC sembra volerci convincere di qualcosa che è esattamente all’opposto della Nostra Natura.
In verità un modo più astuto di vedere il DOC ed i suoi tranelli mi è stato suggerito da una lettrice: il DOC è una sorta di campanello d'allarme che ci dà la possibilità, se lo ascoltiamo, di iniziare un viaggio dentro noi stessi che ci conduce, infine, ad essere liberi non solo dal DOC stesso, ma anche dagli schemi che lo hanno generato!
Trovo questo concetto importantissimo e spero di poter approfondire in futuro.
In quel periodo mi alzavo la mattina e quando aprivo gli occhi spuntava IMMEDIATAMENTE il pensiero: "Sono Lesbica. Sono Lesbica".
Iniziava l'evitamento sui social e intanto ripensavo alle mie esperienze passate, ma non ricordavo di aver mai provato dei veri sentimenti verso le donne. Tuttavia, non riuscivo nemmeno a trovare la prova definitiva del contrario.
Avevo frequentato un liceo femminile e anche all'università ero circondata da donne. Pensavo: possibile che non me ne sia mai accorta? Ma la risposta non mi dava certezze
Più ci ragionavo e peggio era.
NdLucio: È il momento della crescita delle compulsioni, che rendono sempre più forte l’ossessione e la “scolpiscono” nella mente, aumentando il corredo emotivo (e la relativa energia) che viene depositato nella nostra memoria.
In pratica non solo rinforziamo l’ossessione, ma gli diamo sufficiente energia per continuare a propagarsi per mesi. Come fanno le onde di un lago se gli tiriamo dentro grande masso.
Quando andavo a passeggiare con il mio ragazzo o a fare la spesa, mi trasformavo in un radar. Analizzavo le donne dalla testa ai piedi cercando qualcosa nel loro portamento, nei loro occhi o nel loro sorriso, che mi facesse capire se effettivamente provassi qualcosa per loro.
Non guardavo neanche più la TV, e pensa...guardavo mia madre e mia sorella solo negli occhi, senza andare oltre con lo sguardo per evitare spiacevoli scoperte.
Stavo degenerando… Anche solo sentire nell'aria un bellissimo profumo da donna mi mandava in black-out.
La situazione si aggravò ancora quando in biblioteca vidi questa ragazza con un maglioncino abbastanza striminzito, tanto da intravedersi la pancia e la schiena.
I miei occhi si posarono su quella ragazza e sulla sua pelle bianco latte.
NUOVAMENTE PANICO TOTALE.
Il peso sul petto era triplicato e mille pensieri e mille paure si affollavano nella mia testa e, allo stesso tempo, iniziavo a tremare e a sudare come non mai.
"Dovrò lasciare il mio ragazzo?! "
"Se ho guardato vuol dire che mi piace"
"Chissà cosa penserà mia mamma!"
"Partirò se la mia famiglia non mi dovesse accettare"
"E se poi non ci riesco? E se non mi dovessero accettare ed entro in depressione?"
"Ma si può diventare omosessuali a 25 anni? ".
Ho passato giorni e giorni con questo genere di pensieri e già a metà mattina mi sentivo completamente sfinita.
La Svolta Inattesa
Un pomeriggio ero da sola in casa (provavo a studiare ma non ci riuscivo per via dei pensieri ossessivi) e decido di entrare su internet. Ricerco nella barra: "pensieri ossessivi omosessuali "e compare il tuo blog.
IL TUO SANTO BLOG.
Oh, quanto ho gioito dentro me!
NdLucio: Grazie, ne sono lieto 😊
Finalmente sapevo e potevo dare un nome a quello che mi stava succedendo. Rileggevo e rileggevo quelle pagine fino a conoscerle a menadito, tanto che ancora oggi posso ripeterne lunghi pezzi a memoria.
L'ansia sembrava diminuita o sparita addirittura, tuttavia ritornò dopo tre/quattro giorni.
NdLucio: Ovvio… è come quando qualcuno ci dà una rassicurazione importante. Subito stiamo meglio, poi mettiamo in dubbio anche quella
Nessuno era a conoscenza del mio stato e del mio problema. Parlai allora con il mio ragazzo e poi la settimana dopo con i miei genitori, raccontando che l'ansia era fortissima e che avevo bisogno d'aiuto.
Io intanto consultavo il tuo blog e cercavo di mettere in pratica i tuoi preziosissimi consigli e, allo stesso tempo, mi spaventavo leggendo i commenti di molte persone che ti chiedevano aiuto dicendoti che stavano impazzendo.
Ormai ero in tilt. Avevo bisogno di consultare una psicoterapeuta.
Mi diede l'appuntamento dopo 5 giorni.
Era il 13 febbraio 2019.
Febbraio 2019 – L’inizio della rinascita
NdLucio: Veronica parla di questo giorno, quello in cui ha avuto l’incontro con la psicologa, come giorno della rinascita. Per me invece il giorno della svolta è stato quello in cui ho DECISO di andare in terapia ed ho scelto lo psicoterapeuta.
Se mi segui da un po' sai che ho seguito varie strade per uscire dal Labirinto. E la liberazione è venuta da un mix di tutte queste strade: medicine, psicoterapia, meditazione ed un profondissimo lavoro di introspezione.
Tuttavia, la scelta consapevole di essermi preso cura di me e di aver voluto INIZIARE il percorso di Psicoterapia con tutte le mie forze è stato un vero punto di svolta.
Purtroppo, quando io ero in crisi, questo blog ancora non c’era ed ho dovuto fare tutto da solo 😊
Che cosa era emerso da queste sedute?
La cosa più importante che uscì era che non mi ero mai messa al primo posto, che non avevo mai fatto qualcosa per me.
La mia adolescenza era trascorsa tra il coro in chiesa, qualche uscita al cinema o in piazza e il telefono intasato di messaggi e conversazioni di molti ragazzi. Tutto qui.
Avevo molti spasimanti, ma oltre non potevo andare.
Le mie uscite con loro avvenivano solo nella mia testa, come un film.
Non avevo mai fatto l'adolescente ribelle, anche se le due bocciature sono state il mio unico modo di ribellarmi all'educazione dei genitori. Più loro mi dicevano di studiare e meno studiavo.
Ma per il resto, ero una brava ragazza casa-chiesa trattata ancora come una bambina.
Altro punto fondamentale era il non aver mai espresso ciò che pensavo e non aver mai preteso e difeso quello che PER ME era importante, pur di non deludere i miei genitori.
La mia famiglia è stata severa, forte e molto sicura di sé, con valori e principi un po' datati e “conservatori”, una famiglia fortemente cattolica che ha sempre visto il sesso come peccato e trasgressione.
Cosa dovevo pretendere?
Di essere autonoma.
1) Non potevo fare viaggi con il mio ragazzo.
2) Non potevo andare in località marine lontane perché loro non volevano
3) Non potevo pranzare con lui se un familiare era in casa.
4) Non potevo dormire con lui.
5) Non potevo andare in macchina con lui.
6) Se fossi uscito con lui non sarei potuto uscire con le mie amiche.
7) Non potevo comprarmi un perizoma perché chissà cosa avrebbero pensato.
8) Fino all'età di 22/23 anni dovevo avvisare con un messaggio che rientravo tardi la notte (23:00).
9) Non potevo in alcun modo manifestare la mia sessualità e la mia femminilità!!!
Come poteva ciò non influire? Come poteva ciò non essere oggetto di ansia?
Vedevo e in parte vedo ancora il sesso come qualcosa di immorale. Pensa te.
So che non posso ancora pretendere di avere una visione normale, si sistemerà nel tempo con la terapia.
In più quel rifiuto e quel disgusto che provavo nei sogni a sfondo omosessuale, riflettevano il rifiuto della mia femminilità, il disgusto verso me stessa e i miei desideri sessuali.
NdLucio: Quello che Veronica ha fatto insieme alla sua psicoterapeuta è importantissimo e riguarda almeno parzialmente due temi importantissimi
Il primo è capire che il doc è spesso l’espressione di un disagio più profondo, una sorta di campanello d’allarme che la nostra mente usa per segnalarci quelle emozioni, situazioni e dinamiche che sono la reale fonte di disagio
Per questo è importantissimo non dare energia ai pensieri ossessivi (che sono sempre falsi) ma andare oltre alla scoperta di ciò che nascondono, e questo lo si po' fare con l’aiuto di un professionista preparato che possa vederci dall’esterno ed aiutarci a scoprire questi lati di noi stessi.
Come si evince dalla Storia di Veronica, il Doc voleva convincerla di essere gay (problema finto). Invece lei era assolutamente etero ma aveva schemi eccessivamente rigidi (dovuti almeno in parte all’educazione ricevuta) su molti aspetti della vita, su tutti la manifestazione della sua femminilità e della sua sessualità (problema reale)
Come vedi c’è un qualche tipo di relazione tra i sintomi del DOC e la causa reale. L’importante però è andare OLTRE i sintomi (i pensieri ossessivi) per scoprire la causa reale (imparando nel frattempo a riconoscere ed evitare i meccanismi tipici del DOC)
Il secondo è un tema di cui non ho mai parlato sul blog: la trasformazione da personalità bambina a personalità adulta.
Noi Occidentali siamo convinti di diventare adulti a 18 anni. Legalmente è così. Ma psicologicamente lo diventiamo molto più tardi. Alcuni non lo diventano mai. Ci sono degli “anziani” anagrafici che sono ancora “bambini” psicologicamente.
E’ il frutto della nostra società agiata in cui diamo più importanza all'apparire, al possedere, piuttosto che all'essere e al capire chi siamo davvero e quali siano le cose che davvero contano. Spesso questo crea una confusione molto profonda nelle persone, soprattutto nei periodi di grande fragilità.
Veronica, con questa profonda presa di coscienza e con questa ribellione, di fatto evolve verso un grado di maturità maggiore, tipici per l’appunto della personalità adulta.
Prima o poi spero di poter approfondire il tema perché è di IMPORTANZA CAPITALE per uscire dal DOC.
Dicembre 2019 – Oggi
Oggi la situazione è diversa
Mia madre ha capito un po' il problema e finalmente rimane fuori da quelle che sono le mie decisioni. Anche se è difficile fare cambiare totalmente idea agli anziani.
Diciamo che accetta, ma non condivide.
Con il mio ragazzo abbiamo deciso di continuare ad amarci, di ricominciare, di non programmare sempre tutto, di andare a convivere, di viaggiare e di vivere la vita pensando al presente senza se e senza ma.
Non vedo l'ora di andare a convivere con lui. Voglio viverlo e amarlo completamente.
E poi...sarò una volta per tutte autonoma, potrò dedicare del tempo a me stessa, gestirò la casa come meglio credo, cucinerò finalmente, potrò sedermi con lui nel divano a guardare le nostre serie preferite, potrò uscire con lui lasciando, per mancanza di tempo, il letto sfatto.
NdLucio: Bellissimo quest’ultimo dettaglio, così “semplice” e apparentemente innocuo, ma così carico di significato per chi ha passato una vita a completare obblighi ben precisi
Potrò soprattutto lasciarmi andare senza contenermi quando ho voglia di lui.
E poi sono cambiata tanto…
Nonostante sia stata male, ho continuato a studiare e ad ottobre 2019 mi sono laureata
Piano piano l'ansia è diminuita e i pensieri ossessivi di conseguenza. Ricordare i tuoi consigli è sempre utile per tenere la direzione corretta.
Ricordo ancora il giorno in cui smisi di cercare risposte su Google alle mie tante domande: era il 1° aprile 2019
In casa ho imparato a dire sempre quello che penso, facendo valere le mie idee e battendomi su quello che ritengo giusto.
Anche al di fuori del contesto familiare, se mi capita e lo ritengo opportuno, dico il mio parere. Ammiro invece dal profondo del mio cuore quelle persone che hanno la capacità di esporre le loro riflessioni e sensazioni senza nessuna incertezza. Io spesso rimango in silenzio e ascolto ciò che gli altri dicono.
Anche sotto questo punto di vista ci sto lavorando parecchio però ancora la timidezza un po' mi frega.
NdLucio: Ci vuole tempo, costanza e perseveranza per distruggere i vecchi schemi.
Ne so qualcosa.
Dopo tanti anni, ancora mi rendo conto talvolta di percorrere gli stessi percorsi mentali che avevo PRIMA del DOC (per esempio nonostante abbia fatto passi da gigante ho ancora alcuni limiti nell'aprirmi con le persone).
L’importante però è rendersi conto di questi schemi… perché ciò aumenta la nostra consapevolezza e ci indica la direzione su cui lavorare per migliorare noi stessi. Infatti, ora riconosco questi schemi (ormai mi conosco molto bene) e come mi sabotino durante la vita di tutti i giorni, ed ho gli strumenti per poterli modificare.
Passo dopo passo sto cercando di abbattere le mie barriere anche nelle cose più piccole, come chiamare per prenotare la pizza, chiedere informazioni se necessario, indossare un rossetto rosso perché mi piace, comprarmi un vestito aderente anche se risalta le mie forme.
Sto andando a scuola guida e quando voglio qualcosa cerco di farlo autonomamente.
NdLucio: Bravissima! Questo è fondamentale per aumentare sempre di più la nostra autostima e renderci immuni al DOC
E ogni mese e mezzo faccio due chiacchiere con la psicoterapeuta perché ancora, sento di non essere sbocciata completamente.
Per quanto riguarda l'università, ho deciso di continuare e specializzarmi in Scienze Pedagogiche. Dopo aver letto un libro quest'estate e dopo aver provato sulla mia pelle cosa porta l'essere educati in una certa maniera, nella mia mente come una visione, è apparsa la risposta che stavo cercando da tanto tempo.
"Questo è il lavoro della mia vita" ho pensato.
Vorrei fare la consulente pedagogica e occuparmi di tutte le problematiche educative che nascono in famiglia o a scuola riguardanti le difficoltà educativo-relazionale, difficoltà nella gestione della quotidianità, difficoltà emotive (espressione delle emozioni, separazione, gelosie, paure, lutti) etc.
Qualcosa più forte di me, mi sta spingendo a studiare e a specializzarmi per offrire al prossimo un aiuto, un consiglio, un appoggio.
NdLucio: Questo è un punto davvero importantissimo. Gli orientali hanno la teoria del Dharma (che è diverso dal karma) secondo la quale ognuno di noi è nato con una missione che deve svolgere se vuole condurre un’esistenza serena e priva di sofferenza.
Con il mio maestro ho fatto un lavoro enorme da questo punto di vista ed ho imparato a riconoscere i “segni” che mi Indicano quale è il mio percorso giorno dopo giorno. Le parole che ho “grassettato” dal racconto di Veronica sono, dal mio punto di vista, una possibile espressione del suo Dharma .
Infatti quando “sentiamo” nuova espirazione forte oppure ci arrivano immagini dalla coscienza così come è successo a lei è proprio segno che la nostra “anima” sa qual è la direzione giusta per noi.
Per favore considera che “sentire” non è “pensare” ed inoltre che “quello che dice il dock è sempre falso”. Lo dico per evitare che qualcuno confonda le due cose e pensi che il suo destino sia quello suggerito dal doc.
Sogno in grande forse... ma vorrei tanto un giorno, essere sia pedagogista che psicologa.
Ho avuto tanta paura in questi mesi ma allo stesso tempo ero affascinata da tutto quello che accadeva dentro di me e da come la mia psicoterapeuta con grande sensibilità ed empatia, riusciva a portare a galla tutto quello che di inconscio c'era in me.
Cavoli! Quanto ho sognato di essere al suo posto
Vorrei essere anche io una guida Lucio per tutti quei genitori, famiglie, bambini e ragazzi che stanno attraversando un momento particolare della loro vita e che non riescono a camminare da soli.
Per questo vorrei trovare un equilibrio interiore che mi permetta di essere più forte e che mi aiuti a sviluppare un atteggiamento più positivo nei confronti della vita. Non invincibile, solo equilibrata!
…e so come affrontare le cadute.
Sono consapevole che ciò si acquisisce dopo anni di lavoro, non dopo sei mesi dalla fase acuta.
NdLucio: Grande manifestazione di umiltà 😊
Come hai scritto nell'ultimo post, mi capita di avere quelle giornate no in cui ho il morale a terra e l'ansia a palla. Penso: oddio no, ci risiamo!
Invece come dici tu, si tratta di fenomeni passeggeri.
NdLucio: Certo perché prendono forza SOLAMENTE se siamo noi a dargliela.
Non ti nego di aver paura che tutto questo ricapiti. Più volte però ricordando quei mesi terribile con Federico, ridiamo e scherziamo cercando di affrontare il tutto con più leggerezza.
La strada che sto cercando di seguire spero mi porti a fiorire completamente, o magari, ad essere un bellissimo albero di ciliegio radicato al suolo.
"I cicli sono sempre più brevi e fanno meno male".
Ecco i miei sono proprio così. Ancora una volta non potevi trovare spiegazione migliore di ciò che viviamo nella testa.
NdLucio: Devi semplicemente andare avanti Veronica. Hai grande consapevolezza e una forte determinazione e quindi hai già fatto tanta strada.
Non abbassare la guardia, non sederti sugli allori, non sottovalutare la capacità della nostra mente di mettere nuovi ostacoli davanti al nostro cammino
Semplicemente continua a lavorare su te stessa come stai facendo, in direzione della Vita che desideri
Conclusione
Ti chiedo scusa per il lunghissimo poema però ci tenevo tanto a scriverti.
Ti ammiro infinitamente e ti ringrazio per quello che hai fatto per noi. Mi ha fatto tanto piacere leggere il tuo ultimo post. Un sorriso stampato sulle labbra e qualche lacrima mi ha accompagnato durante la lettura.
Sei un faro luminoso nel buio della notte e il tuo blog è un'ancora di salvezza per tante persone.
NdLucio: Caspita così sei tu a farmi commuovere 😊
Voglio lasciarti con la frase che ho scritto nel post della mia laurea:
"Perché fiorire si può e si deve, anche in mezzo al deserto, perché se le cose fragili come un fiore di ginestra lo sanno fare, anche noi siamo chiamati a fare altrettanto..."
Giacomo Leopardi
Ti auguro tutto il bene di questo mondo
Un grande abbraccio
NdLucio: Grazie cara Veronica, spero che il tuo racconto sia di grande aiuto per tanti che ancora hanno bisogno di sentirsi dire che ce la si può fare. A te che stai leggendo, vorrei chiedere di lasciare il tuo commento qui sotto, per farmi sapere che hai apprezzato questo post.
Se vuoi puoi anche scrivermi la tua storia di guarigione via email, così che io possa un giorno raccontarla così come ho fatto con la storia di Veronica.
Alla prossima!
Lucio