Gennaio 14, 2019

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Ciao e benvenuto in questa nuova Storia di successo, di chi è riuscito a vincere il DOC (o almeno a gestirlo) ed è pronto a raccontare agli altri come ce l’ha fatta.

L’articolo che leggerai è basato su una mail che ho ricevuto a Novembre, da parte di una ragazza che aveva appena letto il mio articolo “5 anni dopo il DOC

Premessa… ho ricevuto tantissime email come questa. Ma questa meglio di tutte le altre riassume l’Odissea e il grande ciclo di “distruzione” e “rinascita” che è tipica di una crisi profonda come quella che viviamo durante il DOC.

NOTE: Ho modificato leggermente la lettera in questo modo

  • Ho tagliato alcune parti (era molto più lunga e alcuni particolari troppo intimi)
  • Ho rivisto lo stile per adattarlo al Web
  • Ho cambiato i nomi di protagonisti (per ovvi motivi di privacy)
  • Ho tolgo luoghi ed eventi riconoscibili
  • Ho tolto le emoticon (scusa Veronica, erano bellissime ma sballavano la formattazione)
  • Ho aggiunto i titoli di paragrafo per aiutare la lettura
  • Ho aggiunto le mie note a commento

Tutto il resto è splendidamente e sinceramente genuino.

Buona lettura!

ATTENZIONE: L’articolo presuppone una conoscenza piuttosto approfondita dei meccanismi principali del DOC e delle tesi che ho sostenuto negli articoli precedenti. Per chi è “nuovo” e nel pieno della “crisi” molti concetti potrebbero essere del tutto incomprensibili ed in alcuni casi inutili o addirittura controproducenti. Per approfondire leggi il DISCLAIMER in fondo alla pagina

2014 – Benvenuti attacchi di panico

Mi presento.

Sono Veronica, ho 25 anni e sono fidanzata da 7 anni con Alberto.

Prima di parlarti del DOC e di cosa è capitato a novembre 2018, facciamo un passo indietro nel lontano 2014.

Una notte come tante, dopo aver salutato i miei genitori, mi preparo per andare a dormire. Metto in ordine la borsa e i libri e vado sotto le coperte. Quando ormai stavo per addormentarmi, ecco che il mio cuore inizia a battere velocemente.

Inspiegabilmente vengo presa dal PANICO TOTALE. Stavo perdendo il controllo, tremavo come una foglia e avvertivo una sensazione strana in tutto il corpo. Non capivo cosa stesse accadendo ne perché, ma soffrivo enormemente.

Decisi di attuare quel poco che sapevo sulla respirazione iniziando a inspirare ed espirare lentamente e a calmarmi focalizzarmi su altro. Dopo un po' funzionò ma quei secondi eterni, che erano stati tremendi per me, rimassero impressi a fuoco.

La paura che mi tornasse un altro attacco di panico (naturalmente in quel momento non sapevo si chiamasse così) era fortissima. E non era da sola…

Infatti, oltre al " E se quando vado a letto ricapita? e se mi viene un infarto? Etc…", altre paure e altri pensieri mi logoravano. Avevo paura di entrare in depressione e un giorno guardando il figlio di una mia amica dentro il passeggino, di poter diventare addirittura pedofila.

NdLucio: Come ho già raccontato da qualche parte nel blog, anche io ho avuto episodi di ansia acuta molto precedenti l’esordio del DOC. Diciamo che il DOC è stato l’evento più DEVASTANTE ma comunque l’ultimo di una lunghissima serie di crisi e depressioni che mi portavo dietro fin da quando ero bambino.

Avendo letto migliaia di e-mail da parte di persone che mi hanno raccontato la loro vita, posso dire che almeno statisticamente, chi più, chi meno, è così per tutti

Solo dopo due settimane sono riuscita a confessare ai miei genitori che ero stata male e che forse era il caso di consultare uno specialista. Incominciai il percorso di psicoterapia e dopo un anno e mezzo avevamo riscontrato che il problema più importante fosse mia madre, la sua severità, le sue restrizioni e la mia poca libertà.

Dal 2014 al 2018, grazie al percorso fatto, le cose sono andate migliorando: mi sono diplomata, mi sono iscritta all'università e avevo un po' più di libertà... ma sullo sfondo si preparava il grande baratro.

Novembre 2018 – La ricaduta

Una sera io e il mio ragazzo siamo andati a cena da amici dei miei. Io ero restia a rimanere perché il marito nella coppia era noto per avere importanti disagi psichici.

Quella sera lo osservai di sottecchi continuamente, in agitazione costante e crescente. Lui d’altra parte cenò velocissimo e tornò in camera sua in fretta e furia.

Quella cena fu la goccia che fece traboccare nuovamente il vaso.

Il panico tornò a farmi visita di notte e iniziò da quel giorno un lunghissimo calvario di intensità crescente…

Gennaio 2019 – L’incubo del DOC

Un giorno notai, come le immagini che si susseguivano sul mio profilo Instagram contenevano solo immagini di trucchi, vestiti, bambini, cibi e attrici.

Conclusione?

"Se ci sono pochi maschi nel mio profilo e non ho messo il like su delle pagine dove pubblicano immagini di uomini attraenti, vuol dire che il corpo maschile non mi piace e quindi mi piace l'altro sesso".

Mi sembra esatto come ragionamento no? X-D

NdLucio: Molto spesso il DOC parte da una singola domanda (o da un ragionamento) assolutamente assurda. Domanda alla quale però, in un momento di debolezza o di forte ansia (dovuta ad altre ragioni) non si riesce a dare una risposta certa.

Io ricordo perfettamente la “Domanda Originale” ed anche tutti i dettagli con i quali si manifestò nella mia mente (evento, ora, luogo ecc.). E ricordo anche tutte le altre “grandi domande” che mi hanno devastato per molti mesi.

Ora se ci ripenso mi viene da ridere data l’assurdità del contenuto di quei quesiti. E talvolta mi chiedo… “ma come ho fatto a pensare che…”.

Purtroppo però nei periodi di maggiore vulnerabilità per qualche ragione può capitare che anche le più grandi certezze crollino (del resto accade anche a chi non ha il Doc né soffre di ansia), soprattutto quando un disturbo come il DOC sembra volerci convincere di qualcosa che è esattamente all’opposto della Nostra Natura.

In verità un modo più astuto di vedere il DOC ed i suoi tranelli mi è stato suggerito da una lettrice: il DOC è una sorta di campanello d'allarme che ci dà la possibilità, se lo ascoltiamo, di iniziare un viaggio dentro noi stessi che ci conduce, infine, ad essere liberi non solo dal DOC stesso, ma anche dagli schemi che lo hanno generato!

Trovo questo concetto importantissimo e spero di poter approfondire in futuro.

In quel periodo mi alzavo la mattina e quando aprivo gli occhi spuntava IMMEDIATAMENTE il pensiero: "Sono Lesbica. Sono Lesbica".

Iniziava l'evitamento sui social e intanto ripensavo alle mie esperienze passate, ma non ricordavo di aver mai provato dei veri sentimenti verso le donne. Tuttavia, non riuscivo nemmeno a trovare la prova definitiva del contrario.

Avevo frequentato un liceo femminile e anche all'università ero circondata da donne. Pensavo: possibile che non me ne sia mai accorta? Ma la risposta non mi dava certezze

Più ci ragionavo e peggio era.

NdLucio: È il momento della crescita delle compulsioni, che rendono sempre più forte l’ossessione e la “scolpiscono” nella mente, aumentando il corredo emotivo (e la relativa energia) che viene depositato nella nostra memoria.

In pratica non solo rinforziamo l’ossessione, ma gli diamo sufficiente energia per continuare a propagarsi per mesi. Come fanno le onde di un lago se gli tiriamo dentro grande masso.

Quando andavo a passeggiare con il mio ragazzo o a fare la spesa, mi trasformavo in un radar. Analizzavo le donne dalla testa ai piedi cercando qualcosa nel loro portamento, nei loro occhi o nel loro sorriso, che mi facesse capire se effettivamente provassi qualcosa per loro.

Non guardavo neanche più la TV, e pensa...guardavo mia madre e mia sorella solo negli occhi, senza andare oltre con lo sguardo per evitare spiacevoli scoperte.

Stavo degenerando… Anche solo sentire nell'aria un bellissimo profumo da donna mi mandava in black-out.

La situazione si aggravò ancora quando in biblioteca vidi questa ragazza con un maglioncino abbastanza striminzito, tanto da intravedersi la pancia e la schiena.

I miei occhi si posarono su quella ragazza e sulla sua pelle bianco latte.

NUOVAMENTE PANICO TOTALE.

Il peso sul petto era triplicato e mille pensieri e mille paure si affollavano nella mia testa e, allo stesso tempo, iniziavo a tremare e a sudare come non mai.

"Dovrò lasciare il mio ragazzo?! "

"Se ho guardato vuol dire che mi piace"

"Chissà cosa penserà mia mamma!"

"Partirò se la mia famiglia non mi dovesse accettare"

"E se poi non ci riesco? E se non mi dovessero accettare ed entro in depressione?"

"Ma si può diventare omosessuali a 25 anni? ".

Ho passato giorni e giorni con questo genere di pensieri e già a metà mattina mi sentivo completamente sfinita.

La Svolta Inattesa

Un pomeriggio ero da sola in casa (provavo a studiare ma non ci riuscivo per via dei pensieri ossessivi) e decido di entrare su internet. Ricerco nella barra: "pensieri ossessivi omosessuali "e compare il tuo blog.

IL TUO SANTO BLOG.

Oh, quanto ho gioito dentro me!

NdLucio: Grazie, ne sono lieto 😊

Finalmente sapevo e potevo dare un nome a quello che mi stava succedendo. Rileggevo e rileggevo quelle pagine fino a conoscerle a menadito, tanto che ancora oggi posso ripeterne lunghi pezzi a memoria.

L'ansia sembrava diminuita o sparita addirittura, tuttavia ritornò dopo tre/quattro giorni.

NdLucio: Ovvio… è come quando qualcuno ci dà una rassicurazione importante. Subito stiamo meglio, poi mettiamo in dubbio anche quella

Nessuno era a conoscenza del mio stato e del mio problema. Parlai allora con il mio ragazzo e poi la settimana dopo con i miei genitori, raccontando che l'ansia era fortissima e che avevo bisogno d'aiuto.

Io intanto consultavo il tuo blog e cercavo di mettere in pratica i tuoi preziosissimi consigli e, allo stesso tempo, mi spaventavo leggendo i commenti di molte persone che ti chiedevano aiuto dicendoti che stavano impazzendo.

Ormai ero in tilt. Avevo bisogno di consultare una psicoterapeuta.

Mi diede l'appuntamento dopo 5 giorni.

Era il 13 febbraio 2019.

Febbraio 2019 – L’inizio della rinascita

NdLucio: Veronica parla di questo giorno, quello in cui ha avuto l’incontro con la psicologa, come giorno della rinascita. Per me invece il giorno della svolta è stato quello in cui ho DECISO di andare in terapia ed ho scelto lo psicoterapeuta.

Se mi segui da un po' sai che ho seguito varie strade per uscire dal Labirinto. E la liberazione è venuta da un mix di tutte queste strade: medicine, psicoterapia, meditazione ed un profondissimo lavoro di introspezione.

Tuttavia, la scelta consapevole di essermi preso cura di me e di aver voluto INIZIARE il percorso di Psicoterapia con tutte le mie forze è stato un vero punto di svolta.

Purtroppo, quando io ero in crisi, questo blog ancora non c’era ed ho dovuto fare tutto da solo 😊

Che cosa era emerso da queste sedute?

La cosa più importante che uscì era che non mi ero mai messa al primo posto, che non avevo mai fatto qualcosa per me.

La mia adolescenza era trascorsa tra il coro in chiesa, qualche uscita al cinema o in piazza e il telefono intasato di messaggi e conversazioni di molti ragazzi. Tutto qui.

Avevo molti spasimanti, ma oltre non potevo andare.

Le mie uscite con loro avvenivano solo nella mia testa, come un film.

Non avevo mai fatto l'adolescente ribelle, anche se le due bocciature sono state il mio unico modo di ribellarmi all'educazione dei genitori. Più loro mi dicevano di studiare e meno studiavo.

Ma per il resto, ero una brava ragazza casa-chiesa trattata ancora come una bambina.

Altro punto fondamentale era il non aver mai espresso ciò che pensavo e non aver mai preteso e difeso quello che PER ME era importante, pur di non deludere i miei genitori.

La mia famiglia è stata severa, forte e molto sicura di sé, con valori e principi un po' datati e “conservatori”, una famiglia fortemente cattolica che ha sempre visto il sesso come peccato e trasgressione.

Cosa dovevo pretendere?

Di essere autonoma.

1) Non potevo fare viaggi con il mio ragazzo.

2) Non potevo andare in località marine lontane perché loro non volevano

3) Non potevo pranzare con lui se un familiare era in casa.

4) Non potevo dormire con lui.

5) Non potevo andare in macchina con lui.

6) Se fossi uscito con lui non sarei potuto uscire con le mie amiche.

7) Non potevo comprarmi un perizoma perché chissà cosa avrebbero pensato.

8) Fino all'età di 22/23 anni dovevo avvisare con un messaggio che rientravo tardi la notte (23:00).

9) Non potevo in alcun modo manifestare la mia sessualità e la mia femminilità!!!

Come poteva ciò non influire? Come poteva ciò non essere oggetto di ansia?

Vedevo e in parte vedo ancora il sesso come qualcosa di immorale. Pensa te.

So che non posso ancora pretendere di avere una visione normale, si sistemerà nel tempo con la terapia.

In più quel rifiuto e quel disgusto che provavo nei sogni a sfondo omosessuale, riflettevano il rifiuto della mia femminilità, il disgusto verso me stessa e i miei desideri sessuali.

NdLucio: Quello che Veronica ha fatto insieme alla sua psicoterapeuta è importantissimo e riguarda almeno parzialmente due temi importantissimi

Il primo è capire che il doc è spesso l’espressione di un disagio più profondo, una sorta di campanello d’allarme che la nostra mente usa per segnalarci quelle emozioni, situazioni e dinamiche che sono la reale fonte di disagio

Per questo è importantissimo non dare energia ai pensieri ossessivi (che sono sempre falsi) ma andare oltre alla scoperta di ciò che nascondono, e questo lo si po' fare con l’aiuto di un professionista preparato che possa vederci dall’esterno ed aiutarci a scoprire questi lati di noi stessi.

Come si evince dalla Storia di Veronica, il Doc voleva convincerla di essere gay (problema finto). Invece lei era assolutamente etero ma aveva schemi eccessivamente rigidi (dovuti almeno in parte all’educazione ricevuta) su molti aspetti della vita, su tutti la manifestazione della sua femminilità e della sua sessualità (problema reale)

Come vedi c’è un qualche tipo di relazione tra i sintomi del DOC e la causa reale. L’importante però è andare OLTRE i sintomi (i pensieri ossessivi) per scoprire la causa reale (imparando nel frattempo a riconoscere ed evitare i meccanismi tipici del DOC)

Il secondo è un tema di cui non ho mai parlato sul blog: la trasformazione da personalità bambina a personalità adulta.

Noi Occidentali siamo convinti di diventare adulti a 18 anni. Legalmente è così. Ma psicologicamente lo diventiamo molto più tardi. Alcuni non lo diventano mai. Ci sono degli “anziani” anagrafici che sono ancora “bambini” psicologicamente.

E’ il frutto della nostra società agiata in cui diamo più importanza all'apparire, al possedere, piuttosto che all'essere e al capire chi siamo davvero e quali siano le cose che davvero contano. Spesso questo crea una confusione molto profonda nelle persone, soprattutto nei periodi di grande fragilità.

Veronica, con questa profonda presa di coscienza e con questa ribellione, di fatto evolve verso un grado di maturità maggiore, tipici per l’appunto della personalità adulta.

Prima o poi spero di poter approfondire il tema perché è di IMPORTANZA CAPITALE per uscire dal DOC.

Dicembre 2019 – Oggi

Oggi la situazione è diversa

Mia madre ha capito un po' il problema e finalmente rimane fuori da quelle che sono le mie decisioni. Anche se è difficile fare cambiare totalmente idea agli anziani.

Diciamo che accetta, ma non condivide.

Con il mio ragazzo abbiamo deciso di continuare ad amarci, di ricominciare, di non programmare sempre tutto, di andare a convivere, di viaggiare e di vivere la vita pensando al presente senza se e senza ma.

Non vedo l'ora di andare a convivere con lui. Voglio viverlo e amarlo completamente.

E poi...sarò una volta per tutte autonoma, potrò dedicare del tempo a me stessa, gestirò la casa come meglio credo, cucinerò finalmente, potrò sedermi con lui nel divano a guardare le nostre serie preferite, potrò uscire con lui lasciando, per mancanza di tempo, il letto sfatto.

NdLucio: Bellissimo quest’ultimo dettaglio, così “semplice” e apparentemente innocuo, ma così carico di significato per chi ha passato una vita a completare obblighi ben precisi

Potrò soprattutto lasciarmi andare senza contenermi quando ho voglia di lui.

E poi sono cambiata tanto…

Nonostante sia stata male, ho continuato a studiare e ad ottobre 2019 mi sono laureata

Piano piano l'ansia è diminuita e i pensieri ossessivi di conseguenza. Ricordare i tuoi consigli è sempre utile per tenere la direzione corretta.

Ricordo ancora il giorno in cui smisi di cercare risposte su Google alle mie tante domande: era il 1° aprile 2019

In casa ho imparato a dire sempre quello che penso, facendo valere le mie idee e battendomi su quello che ritengo giusto.

Anche al di fuori del contesto familiare, se mi capita e lo ritengo opportuno, dico il mio parere. Ammiro invece dal profondo del mio cuore quelle persone che hanno la capacità di esporre le loro riflessioni e sensazioni senza nessuna incertezza. Io spesso rimango in silenzio e ascolto ciò che gli altri dicono.

Anche sotto questo punto di vista ci sto lavorando parecchio però ancora la timidezza un po' mi frega.

NdLucio: Ci vuole tempo, costanza e perseveranza per distruggere i vecchi schemi.

Ne so qualcosa.

Dopo tanti anni, ancora mi rendo conto talvolta di percorrere gli stessi percorsi mentali che avevo PRIMA del DOC (per esempio nonostante abbia fatto passi da gigante ho ancora alcuni limiti nell'aprirmi con le persone).

L’importante però è rendersi conto di questi schemi… perché ciò aumenta la nostra consapevolezza e ci indica la direzione su cui lavorare per migliorare noi stessi. Infatti, ora riconosco questi schemi (ormai mi conosco molto bene) e come mi sabotino durante la vita di tutti i giorni, ed ho gli strumenti per poterli modificare.

Passo dopo passo sto cercando di abbattere le mie barriere anche nelle cose più piccole, come chiamare per prenotare la pizza, chiedere informazioni se necessario, indossare un rossetto rosso perché mi piace, comprarmi un vestito aderente anche se risalta le mie forme.

Sto andando a scuola guida e quando voglio qualcosa cerco di farlo autonomamente.

NdLucio: Bravissima! Questo è fondamentale per aumentare sempre di più la nostra autostima e renderci immuni al DOC

E ogni mese e mezzo faccio due chiacchiere con la psicoterapeuta perché ancora, sento di non essere sbocciata completamente.

Per quanto riguarda l'università, ho deciso di continuare e specializzarmi in Scienze Pedagogiche. Dopo aver letto un libro quest'estate e dopo aver provato sulla mia pelle cosa porta l'essere educati in una certa maniera, nella mia mente come una visione, è apparsa la risposta che stavo cercando da tanto tempo.

"Questo è il lavoro della mia vita" ho pensato.

Vorrei fare la consulente pedagogica e occuparmi di tutte le problematiche educative che nascono in famiglia o a scuola riguardanti le difficoltà educativo-relazionale, difficoltà nella gestione della quotidianità, difficoltà emotive (espressione delle emozioni, separazione, gelosie, paure, lutti) etc.

Qualcosa più forte di me, mi sta spingendo a studiare e a specializzarmi per offrire al prossimo un aiuto, un consiglio, un appoggio.

NdLucio: Questo è un punto davvero importantissimo. Gli orientali hanno la teoria del Dharma (che è diverso dal karma) secondo la quale ognuno di noi è nato con una missione che deve svolgere se vuole condurre un’esistenza serena e priva di sofferenza.

Con il mio maestro ho fatto un lavoro enorme da questo punto di vista ed ho imparato a riconoscere i “segni” che mi Indicano quale è il mio percorso giorno dopo giorno. Le parole che ho “grassettato” dal racconto di Veronica sono, dal mio punto di vista, una possibile espressione del suo Dharma .

Infatti quando “sentiamo” nuova espirazione forte oppure ci arrivano immagini dalla coscienza così come è successo a lei è proprio segno che la nostra “anima” sa qual è la direzione giusta per noi.

Per favore considera che “sentire” non è “pensare” ed inoltre che “quello che dice il dock è sempre falso”. Lo dico per evitare che qualcuno confonda le due cose e pensi che il suo destino sia quello suggerito dal doc.

Sogno in grande forse... ma vorrei tanto un giorno, essere sia pedagogista che psicologa.

Ho avuto tanta paura in questi mesi ma allo stesso tempo ero affascinata da tutto quello che accadeva dentro di me e da come la mia psicoterapeuta con grande sensibilità ed empatia, riusciva a portare a galla tutto quello che di inconscio c'era in me.

Cavoli! Quanto ho sognato di essere al suo posto

Vorrei essere anche io una guida Lucio per tutti quei genitori, famiglie, bambini e ragazzi che stanno attraversando un momento particolare della loro vita e che non riescono a camminare da soli.

Per questo vorrei trovare un equilibrio interiore che mi permetta di essere più forte e che mi aiuti a sviluppare un atteggiamento più positivo nei confronti della vita. Non invincibile, solo equilibrata!

…e so come affrontare le cadute.

Sono consapevole che ciò si acquisisce dopo anni di lavoro, non dopo sei mesi dalla fase acuta.

NdLucio: Grande manifestazione di umiltà 😊

Come hai scritto nell'ultimo post, mi capita di avere quelle giornate no in cui ho il morale a terra e l'ansia a palla. Penso: oddio no, ci risiamo!

Invece come dici tu, si tratta di fenomeni passeggeri.

NdLucio: Certo perché prendono forza SOLAMENTE se siamo noi a dargliela.

Non ti nego di aver paura che tutto questo ricapiti. Più volte però ricordando quei mesi terribile con Federico, ridiamo e scherziamo cercando di affrontare il tutto con più leggerezza.

La strada che sto cercando di seguire spero mi porti a fiorire completamente, o magari, ad essere un bellissimo albero di ciliegio radicato al suolo.

"I cicli sono sempre più brevi e fanno meno male". 

Ecco i miei sono proprio così. Ancora una volta non potevi trovare spiegazione migliore di ciò che viviamo nella testa.

NdLucio: Devi semplicemente andare avanti Veronica. Hai grande consapevolezza e una forte determinazione e quindi hai già fatto tanta strada.

Non abbassare la guardia, non sederti sugli allori, non sottovalutare la capacità della nostra mente di mettere nuovi ostacoli davanti al nostro cammino

Semplicemente continua a lavorare su te stessa come stai facendo, in direzione della Vita che desideri

Conclusione

Ti chiedo scusa per il lunghissimo poema però ci tenevo tanto a scriverti.

Ti ammiro infinitamente e ti ringrazio per quello che hai fatto per noi. Mi ha fatto tanto piacere leggere il tuo ultimo post. Un sorriso stampato sulle labbra e qualche lacrima mi ha accompagnato durante la lettura.

Sei un faro luminoso nel buio della notte e il tuo blog è un'ancora di salvezza per tante persone.

NdLucio: Caspita così sei tu a farmi commuovere 😊

Voglio lasciarti con la frase che ho scritto nel post della mia laurea:

"Perché fiorire si può e si deve, anche in mezzo al deserto, perché se le cose fragili come un fiore di ginestra lo sanno fare, anche noi siamo chiamati a fare altrettanto..."

Giacomo Leopardi

Ti auguro tutto il bene di questo mondo

Un grande abbraccio

NdLucio: Grazie cara Veronica, spero che il tuo racconto sia di grande aiuto per tanti che ancora hanno bisogno di sentirsi dire che ce la si può fare. A te che stai leggendo, vorrei chiedere di lasciare il tuo commento qui sotto, per farmi sapere che hai apprezzato questo post.

Se vuoi puoi anche scrivermi la tua storia di guarigione via email, così che io possa un giorno raccontarla così come ho fatto con la storia di Veronica.

Alla prossima!

Lucio

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  1. Io soffro di questo problema di circa 6 mesi, da quando mi resi conto di non riuscire ad avere una vita lavorativa e sentimentale stabile, mentre per gli altri era tutto così semplice. E domandandomi sempre il perchè di questa cosa, in un momento di debolezza, nella mia mente si insediò l’ossessione che la vita, il mondo e le persone sono tutto un complotto contro di me, per farmi star male. E questo, secondo la mia mente, potrebbe essere possibile perchè io non sono in grado di vedere nella mente degli altri, e quindi potrebbe essere che il creatore della vita potrebbe gestire la mente degli altri per farmi star male. È una cosa veramente assurda, come tutte le infinità di ossessioni che ci pone il doc. All’inizio è stato tutto spaventoso e paralizzante. Dubitavo di tutto e di tutti. Un dolore enorme. Ne parlai subito con i miei genitori, non dell’ossessione in se ma della mia ansia. la mia famiglia mi ha sempre incoraggiato a risolvere insieme questo problema, evitando di andare dallo psicologo non per problemi economici, ma per scelta. Nel mio caso lo psicologo, secondo me, mi avrebbe aiutato sicuramente, ma non avrebbe risolto i miei problemi realtivi a una situazione lavorativa e sentimentale poco stabile. E sono super convinto che siano queste le cause scatenanti. Col tempo grazie anche a questo blog, ho imparato molto su questo disturbo, ho passato le festività in maniera abbastanza serena perchè è da parecchio che credo di aver superato la fase acuta iniziata ad aprile. Qualche settimana fa sono stato talmente bene da dire a me stesso ” ma come ho fatto a fissarmi su queste idiozie da stupidi,” ridendoci su anche. Qualche giorno fa ho avuto una lieve ricaduta che mi ha procurato un bel pò d’ansia. Il fatto è che sono convinto al 100 % che se non risolvo i problemi a monte, i problemi che hanno scatenato questo disturbo, non riuscirò a lasciar definitivamente scorrere questi pensieri e a non dargli peso. Ma ce la metterò tutta. E che la vita ci sorrida ragazzi!

  2. È bellissimo come Veronica abbia colto l’opportunità che il DOC le ha dato per guardarsi dentro e scoprire parti della sua personalità che magari non aveva mai esplorato. Anche per me è stato così, e sebbene quando siamo nel picco della crisi possa sembrare impossibile, arriva un momento in cui ci si sente persino grati per il DOC, perché è il nostro campanello d’allarme, la chiamata che ci costringe a fermarci, guardarci dentro e cambiare un approccio alla vita che non ci serve più. Abbiate fiducia in voi stessi e sappiate che la vita ha in serbo sempre qualcosa di più grande dei nostri sogni più belli. E quando non sapete che fare, fermatevi, e, per un momento, respirate, e non fate nulla: le risposte piano piano arrivano! ❤

  3. Ciao Lucio,
    Come già sai, visto che mi hai risposto nel blog, io ci sono dentro da qualche mese.
    Sono Sara, e ho 23 anni.
    Ricordo vagamente che a 12 anni avevo avuto la stessa “paranoia” ma ricordo vagamente.
    Perché poi anche se ero in una scuola esclusivamente femminile alle superiori, non ho mai pensato che mi potessero interessare le mie compagne di classe. Non avevo molte occasioni per conoscere ragazzi, ma negli anni successivi, mi sono presa belle cotte/innamoramenti per ragazzi. Anche se non sono mai andati avanti.
    E come dici tu, queste ossessioni vengono a chi non riesce ad avere relazioni appaganti con il sesso opposto, ecco io sono una pera, che non si fa mai avanti, perché ha sempre paura di non piacere.
    Detto ciò, te la farò breve 😂
    Tutto inizio mesi fa, andavo in palestra, facevo Total Body, e noto che l’istruttrice (sposata e con figli) si stava affezionando a me, e io a lei.
    Un giorno stavo andando con la mia famiglia ad un pranzo organizzato proprio con persone della palestra, ma lei non ci sarebbe stata. E pensai “Perché mi sto affezionando così tanto? Non è che mi piace?”
    Da lì è iniziato il mio calvario, che ho alimentato attraverso le ricerche su internet. E intanto continuavo a pensarci, ad avere ansia.
    All’inizio non sapevo dove andare a sbattere la testa. E mi dicevo “Non pensarci” ma come ben saprete, non serviva a nulla. Squadravo le donne dalla testa ai piedi. I social erano terrificanti per me all’inizio. Un giorno trovo il blog di Lucio, leggo tutto e mi sento subito meglio. Peccato che quella sensazione durò ben poco. I pensieri erano sempre in testa. Raccontai tutto a mia mamma. Che ovviamente, mi conosce bene perché con lei ho sempre parlato di tutto, e la prima cosa che fece fu rassicurarmi. E anche l’effetto della rassicurazione durò poco. Con mio padre parlo meno, sà che sono ansiosa perché lo sono sempre stata, ma non sà l’oggetto di ciò che mi faceva stare male. Ne parlai anche con amici, parenti. Al punto che una mia amica, a furia di sentirmi parlare di questo problema che mi generava tutta quest’anima, mi disse “Ma prova a guardarti dentro, magari non te ne sei mai accorta che ti possono piacere le donne” Inutile dire che dall’ansia sono scoppiata a piangere. Aggiungo che la mia amica sapeva benissimo per chi avevo avuto delle cotte e mi aveva pure aiutata. Ma si sà che parlarne all’infinito con le persone, può portare a questo. Inizio a leggere che Lucio parlava di alcune strade da poter intraprendere. Mi sono rivolta ad una psicologa, a cui ho raccontato tutto, e che mi ha detto di accogliere il pensiero, il dubbio e di non respingerlo, perché altrimenti sarebbe stato peggio. Ma che secondo lei non avevo bisogno di altre sedute.Ho iniziato a scegliere la meditazione, ma su internet trovavo roba scarsissima. Sin quando ne ho trovato di molto valide. In particolare quelle di “Gennaro Romagnoli” Inizio a meditare, inizio a capire cosa voglia dire “Lasciar andare” e inizio meditazioni incentrate su questo.
    Mi rendo conto che durante la mediazione penso ad altro,ma cerco di essere gentile con me stessa, accolgo e lascio andare. Ho fatto dei veri e propri percorsi di meditazione. Incentrati sul percepire le sensazioni del corpo ecc. Mi rendo conto che l’ansia inizia a diminuire, mi rendo conto che spesso penso “Cavolo, non ci stavo pensando” e questo lo rievoca. A volte quando guardo i social, e magari vedo la foto in bichini di una donna, la mente automaticamente fa tutto da sola e mi appaiono immagini a livello sessuale, cerco di non farmi prendere dal panico e lascio andare. Mi rendo conto che l’ansia è diminuita notevolmente, e sono rimasti i pensieri. Non con la stessa intensità, ma ci sono. Ci sono giorni in cui l’ansia ritorna, ad esempio un giorno intero in cui rimugino e mi sembra di essere tornata punto e a capo, e il giorno dopo sto meglio. Quando invece prima stavo male ogni giorno. Ho affrontato anche un mini corso di autostima sempre proposto da Gennaro Romagnoli nel suo sito, e mi ha aiutata a capire cosa davvero sia l’autostima, e lo rifarò anche da capo. Ho deciso di mettermi a dieta e perdere un pò di peso perché non mi piaccio molto, e questo influisce sulla difficoltà che ho a relazionarmi con i ragazzi. Sto continuando a studiare per poter finire l’università. Nonostante i mesi scorsi i pensieri ossessivi avessero una carica pesante, sono comunque riuscita a studiare, anche se con fatica. Anzi, in quei momenti mi sembrava che fosse tutto normale. Faticavo a vedere mia mamma in mutande, cosa che prima non mi aveva mai creato problemi. Ora mi capita solo alcune volte. Per me prima le donne erano tutte uguali, io poi ho sempre avuto più amiche femmine rispetto ai maschi, ma mai ho avuto pensieri di immagini sessuali con loro. Se non a volte magari mi capitava di vedere in testa l’immagine di me che le baciavo, ma finiva lì. I pensieri ossessivi, mi hanno portata ben oltre quei piccoli pensieri che mi capitavano ogni tanto. Ma non provavo attrazione, non pensavo a conquistarle. Anzi, tutti sapevano che lotta ho fatto per conquistare un ragazzo in particolare, ma è andata malissimo. Lasciamo perdere 😂
    Mi rendo conto che grazie alla mediazione, sono meno impulsiva. Lascio perdere perché non ho più voglia come un tempo di discutere con gli altri. Sto cercando di stare con chi mi vuole bene e me lo dimostra. Senza inseguire chi non me lo dimostra. Sto cercando di accettarmi nonostante i miei difetti e di migliorare dove posso.
    Ci tenevo solo a raccontarti la mia storia, e i miei progressi.
    E spero di farcela del tutto prima o poi, ma non a guarire, perché mica si guarisce, ma semplicemente a non lasciarmi più spaventare dai miei pensieri, e far sì che tornino piccoli come un tempo.
    E spero che prima o poi, possa arrivare un ragazzo bravo e speciale anche per me.
    Ciao Lucio, un super abbraccio.
    ❤️
    Sara

  4. Secondo me il vero problema di chi soffre di DOC, è quello economico, uno psicoterapeuta costa, infatti volevo chiederle,Lucio, in media quanto avrà speso per tutte le sedute che ha fatto ?

  5. Ciao Lucio, è da un po’ che ti seguo sul sito e fai una cosa straordinaria per la quale devi esserne profondamente orgoglioso. Siccome non riesco a capire quale sia il tuo indirizzo e-mail sulla pagina contatti, potresti postarla sotto questo commento per piacere? Ti scrivo lo stesso la domanda qui: conosci un buon centro di meditazione Zen o di Mindfulness nei pressi di Bergamo? Vorrei evitare truffe e prese in giro. Altrimenti, come faccio a capire che si tratti di un buon centro? Ti ringrazio anticipatamente. Ad majora semper

  6. Ciao Lucio.
    Io convivo da più di 20 anni con il Doc, tra alti e bassi diciamo che ci sopportiamo, come una coppia .
    Quando leggo le varie esperienze, mi rendo conto che tutti noi portiamo dentro una delle più grandi paure.
    “Essere giudicati in quanto sbagliati!”.
    Ma noi non siamo sbagliati, siamo solo tanto ansiosi.
    Degli ansiosi, impegnati in una estenuante ricerca di perfezione che in fondo non esiste.
    Buona vita.

  7. Se non si affronta la paura del” NULLA” non si puo’ vincere il disturbo ossessivo compulsivo.
    E’ un problema esistenziale.

  8. Ciao Lucio,
    Grazie ancora per questo sito, voglio portare la mia testimonianza : io ho 44 anni e purtroppo la mia vita é stato un continuo convivere con ansia negli anni giovanili e poi attacchi di panico fortissimi e depressioni…ho iniziato a curarmi seriamente solo 7- 8 anni fa prima con farmaci e poi a seguito di ripetute ricadute alla sospensione di questi con un valido psicologo. Ora spero di esserne finalmente uscita …ma mai dire mai. Posso solo dire che al primo apparire dei sintomi é fondamentale intraprendere un percorso… Io stessa se lo avessi iniziato a 20 anni (età del mio primo attacco di panico) mi sarei risparmiata anni di sofferenze inutili e soprattutto il radicarsi e aggravarsi del problema ..la mia depressione infatti é stata causata dall’ansia non trattata e a quel punto solo i farmaci inizialmente mi hanno salvato. Allo stesso tempo confermo che i farmaci senza un percorso di consapevolezza psicologico non sono risolutivi.
    Mi hanno colpito due cose che sono emerse dal racconto di Veronica e che hai evidenziato e sono :
    1. Il fatto che già dall’età infantile si annidano degli atteggiamenti che sfoceranno poi in etá adulta nel disturbo vero e proprio…nel mio caso per esempio essere stata una bambina molto emotiva e ansiosa, ho capito poi la causa era dovuta da due genitori molto severi ed autoritari.
    2. Il passaggio di personalitá dalla fase bambina a quella adulta.. Credo anche io lí sia la chiave!! Il mio lavoro con lo psicologo si é infatti concentrato proprio su questo passaggio, come giustamente osservi tu non é l’età anagrafica che lo scandisce, nel mio caso sono convinta che la mia famiglia eccessivamente rigida e normativa abbia ostacolato questo processo di maturazione… Sarebbe infatti curioso capire se ha sofferto di attacchi di panico anche chi proviene da famiglie piú incoraggianti e meno rigide…
    Un saluto a tutti!!
    Valentina

  9. Grazie: anche questa testimonianza è stata importante, per capire che ci sono in gioco delle dinamiche personali come la mancanza di autostima e l’idea di non essere capaci di essere autonomi , a prescindere dal doc e dal suo contenuto

  10. Bellissima lettera, mi ci sono rivista in tante cose. Recentemente ho cambiato terapeuta e credo stavolta di aver trovato quello giusto. Anche lui fin da subito mi ha spronata a “sentire” piuttosto che “pensare”. Prima seguivo una terapia cognitivo-comportamentale ma mi sentivo un po’ imbrigliata. Con il nuovo terapeuta ho capito che fare schemini e ragionare non era la strada giusta o meglio, non dovevo ragionare con la testa ma con la pancia. E la pancia mi ha suggerito di mollare la TCC e di cambiare direzione. Ora sento che sia arrivato veramente il momento di mettermi in gioco: meno pensieri, più fatti. Mi piacerebbe un giorno poterti raccontare una storia simile a quella di Veronica e dirti che ce l’ho fatta. Intanto continuerò a seguire il tuo blog che è sempre una bella fonte di ispirazione 🙂 Grazie pe questo bell’articolo e complimenti a Veronica per il suo percorso.

    1. Ciao Sara,
      la penso come te sulla TCC. Ho un ottimo terapeuta con cui mi trovo bene ma anch’io non ho mai visto di buon occhio gli schemini e le tecniche che mi fa fare. Non so come dire ma non li sento miei. Non nego che mi hanno aiutata in periodi di forte ansia ma io credo di aver bisogno di altri strumenti. È solo un anno che ho iniziato e forse ci sono tantissime tecniche che ancora non conosco, ma quelle che ho visto finora richiedono tanto tempo, dei momenti tutti per te in cui devi isolarti per metterle in pratica e con la vita che facciamo diventa davvero difficile. Ecco, io vorrei far fronte al problema in maniera più diretta e immediata e non con carta e penna.
      Non vorrei essere troppo invadente ma posso chiederti come hai risolto, che terapia stai facendo ora?

      1. Ciao Claudia, scusa per la risposta un po’ in ritardo! Dunque, il mio psicologo è di indirizzo freudiano, ma lavora anche dal punto di vista corporeo e meditativo. Ci vado da pochi mesi ma penso di essere sulla strada giusta, speriamo!

      2. Credo la soluzione sia nella terapia cognitivo-comportamentale di terza generazione che si chiama Acceptance and Commitment Therapy ( ACT ). Un buon libro, ma un po’ complicato su questo argomento è : “Smetti di soffrire, inizia a vivere.” di Steven C. Hayes e Spencer Smith.

        1. Grazie, Sara, è comunque difficile confrontarsi con persone con DOC che fanno la terapia psicodinamica, perché le linee guida parlano solo di TCC e/o farmaci, purtroppo.

          Claudia, la terapia psicodinamica (ci sono vari indirizzi al suo interno, secondo me è meglio prendere chi ha una formazione il più versatile possibile, non solo jughiana ad es., ma che comprenda, se possibile!, tutti i contributi e le tecniche!) non si ferma ai singoli rituali da stoppare ma va nel profondo (emozioni, sentimenti) e analizza l’inconscio, ad esempio attraverso i sogni. È lunga, questo è il problema. Il costo è un altro problema ma questo vale anche per altri indirizzi.

  11. E’ bello capire che non siamo gli unici a soffrire di questo disturbo , del quale , a parte chi ne soffre , nessuno sa dell’esistenza.
    Io mi ricordo benissimo di quando tutto è cominciato.

    Mia mamma è sempre stata una maniaca religiosa, quindi ovviamente mi è sempre stato insegnato che ad ogni mio uscire dagli schemi sarebbe corrisposto un castigo dall’alto dei cieli.

    Mio papà invece una persona molta chiusa sempre nervosa e con un disciplina dura e denigratoria.

    COSA POTEVA SUCCEDERE A UN BAMBINO SECONDO VOI? ma certo ,è ovvio , autostima zero , ansia sociale e disturbi ossessivi come se piovessero.

    Avrò avuto 7-8 anni quando incomincia quello che è stato il primo di un infinita serie di rituali , cioè di farmi il segno della croce 4 volte quando passavo di fronte ad un qualsiasi crocifisso.
    Da qui in poi si aprirono nella mia testa, inconsapevolmente, una miriadi di continue idee per demonizzare il demone del doc , come ad esempio spegnere e riaccendere la luce 4 volte , camminare dentro i riquadri delle mattonelle , lavarsi le mani di continuo ecc….( quello che succede a chiunque soffre di questo problema in poche parole).

    Andando avanti con il tempo e con una dottrina che continuava a essere sempre più rigida e denigratoria, con i problemi dell’adolescenza, della scuola e poi del lavoro i miei doc mi stavano facendo passare la voglia di vivere .

    Ovviamente i miei doc si evolvevano di continuo , la mia mente si spremeva sempre di più e di continuo nel calcolare cosa fare per eseguire i giusti rituali per non dover soccombere alla inevitabile sfortuna che avrei incontrato altrimenti.
    Era tutto un moltiplicare , un sommare numeri e movimenti che facevo , in più alcune parole non le dovevo come ovviamente offese e bestemmie.

    Ho letto tantissimi articoli riguardo il doc , ma trovavo sopratutto storie riguardo il doc omo, quindi non mi sentivo inglobato più di tanto nelle storie in quanto la mia era paranoia riguardo l’aspetto scaramantico in generale.

    I passi del mio cambiamento sono stati questi :
    -il manuale di questo sito , che incredibilmente mi è stato più utile di qualsiasi altro libro letto
    -l’andare a vivere da solo , il fatto di trovare una nuova ragazza, e il dover affrontare una vita distante dai miei genitori
    -il RENDERSI CONTO di come le cose brutte mi succedevano anche se mettevo in atto i giusti rituali
    -RICOMINCIARE A SENTIRE LA LIBERTà DI MUOVERSI NEL MONDO COME MI PAREVA SENZA PREOCCUPAZIONI (reprimendo ovviamente i periodi di caduta, capirete che dopo 20 anni di doc diventa un abitudine come bere e mangiare, ma tranquilli la mente si abitua a queste cose 🙂 )

  12. Lucio, ti ringrazio.
    Le tue parole sono illuminanti e di una semplicità meravigliosa.
    Mi sono accorta di soffrire di questo problema da poco, ma ahimè me lo porto dietro da quando ho 6 anni.
    Leggere il tuo blog mi ha dato una forza incredibile e mi sono sentita capita come (purtroppo) nessuno ancora era riuscito a fare. La mia strada é ancora lunga ma continuando a leggerti sono sicura che sarà molto meno in salita.
    Grazie di cuore ❤️

  13. Ciao Lucio, anch’io come altre/i ragazze/i soffro di DOC. Ho 24 anni e un giorno d’ estate mi sono svegliata e ho pensato:”forse stare con una donna farebbe soffrire meno”. Notai che quell’affermazione non provocava in me disgusto o altro, e così mi dissi:”sono lesbica”. Da quel momento è iniziato il mio inferno, iniziai a informarmi su donne che avevano lasciato i propri compagni per delle donne, e così mi chiedevo forse è il mio caso, forse anch’io potrei fare questo tipo di scelta.. Arrivarono il panico, i pianti isterici, le notti insonne, le mille ricerche su google, le mille domande, la ricerca di storie, per confrontarmi, come quella di Tiziano Ferro, Freddy Mercury, Eva Grimaldi e così via. Oggi 26 gennaio soffro ancora di DOC. Ho iniziato una terapia farmacologica e sto cercando con tutte le mie forze e con l’aiuto di queste storie pubblicate su questo blog di convincermi che è solo un disturbo e tutto ciò che posso pensare o provare è frutto di pensieri ossessivi falsi e inesistenti. Spero di farcela, ti ringrazio Lucio per aver intrapreso questo percorso di informazione e di aiuto per chi come me sta soffrendo. Un abbraccio, in attesa della prossima storia.
    Melissa.

  14. Incredibile, ho praticamente letto i miei pensieri!
    Mi sono rivista in tantissime cose soprattutto nell’educazione rigida ricevuta. Mi sentivo perennemente controllata. Non potevo fare nulla, per uscire con le amiche dovevo cominciare ad organizzarmi settimane prima fornendo numerosi dettagli ai miei, soprattutto a mio padre (chi ci sarebbe stato, dove saremmo andate, tanto immagino cosa andrete a fare 😒). Vedeva il marcio ovunque. Sto lavorando tanto su questo aspetto. È un modo di ragionare che ahimè ho assimilato e lo riverso sul mio compagno tartassandolo di domande simili ogni volta che deve fare qualcosa senza di me (nelle scenate di gelosia riconosco tantissimi aspetti del doc).
    Questa rigidità, questo modo di vivere mi ha trasformato in un robot. Eseguivo compitini per non deludere nessuno e per avere l’approvazione degli altri ma questo mi ha portato a razionalizzare tutto con la conseguente perdita di emozioni. Con l’aiuto della terapia, andando a ritroso, ho capito che non ho mai fatto nulla per me. Non ho mai detto la mia per paura di essere giudicata. È qui che ringrazio il doc perché ora mi sento totalmente diversa. Sono cresciuta, mi sento matura e sento di essere veramente me stessa in ogni cosa che faccio. Ho imparato a dire di no, ho imparato a sentirmi libera senza sensi di colpa.
    Non posso dire di esserne uscita totalmente perché ci sono dei momenti in cui sento che sta per arrivare “qualcosa di brutto”. Comincio a sentire una sorta di elettricità dentro di me e ogni sensazione spiacevole l’attribuisco al doc. Non mi dico “ok, sono nervosa. Sono triste o arrabbiata”. No, penso subito che sia Lui, il mostro.
    E in questi momenti basta una frase detta da amici, una situazione raccontata, un’esperienza vissuta da altri, una foto su internet, una dedica d’amore piena di cuori, farfalle e fuochi d’artificio per farmi sentire “strana, diversa”. Da lì ovviamente parte un rimuginio che conoscete tutti e anche se cerco di ignorarlo e di non compulsare rimangono le sensazioni spiacevoli dell’ansia, brividi, nodo in gola, nervosismo, e la sensazione che ci sia qualcosa in sospeso da risolvere. Il panico non c’è più, l’ansia a mille nemmeno ma solo questa strana sensazione. E tutto questo dura giorni, settimane per poi, puff, svanire nel nulla.
    Ecco Lucio, questo è un aspetto che mi piacerebbe tanto approfondire.

    1. Anche io ho questo problema del qualcosa che non va qualcosa da risolvere. Sono stata libera totalmente dal doc (se di doc si tratta) dal 2013 a novembre 2019 è tornato colpendomi con tutta la sua forza e lasciandomi abbattuta con l’unica sensazione che ciò che penso è verità senza più il dubbio. Purtroppo o per fortuna ciò che penso non è supportato dalla realtà dei fatti quindi risulta irrazionale e la cosa fa impazzire. Ci sono momenti della giornata in cui sono bloccata momenti in cui sono me stessa e sto bene. Mi chiedo quale delle due versioni sia la versione vera di me

  15. Bella testimonianza….l’importante è sempre capire che non si deve raggiungere la guarigione…ma la consapevolezza…detto così è forse semplice e allo stesso tempo complesso se non si conoscono determinati concetti. Ma è questo l’unico modo per “battere” il DOC

  16. Ciao,
    in merito agli episodi di ansia, hai scritto:

    “Avendo letto migliaia di e-mail da parte di persone che mi hanno raccontato la loro vita, posso dire che almeno statisticamente, chi più, chi meno, è così per tutti”

    Secondo me, è sbagliato generalizzare. La tua esperienza è limitata alle email ricevute che, per quanto innumerevoli, non possono rappresentare la totalità.

    Per il resto, mi pare che la terapia affrontata non è di tipo comportamentale/strategico ma forse di tipo psicodinamico, si parla di inconscio infatti. Io, al contrario di quel che viene detto sul blog e quasi ovunque, detesto la TCC e l’approccio strategico come tutto ciò che è strategia e manipolazione. Bisogna, inoltre, andare alla radice dei problemi e non soffermarsi a combattere il sintomo come fanno queste terapie brevi. Sui farmaci, invece, ora anche l’EMA ha riconosciuto la PSSD quindi…

  17. Bellissimo racconto!! Mi ci rispecchio moltissimo! Anche io ho passato l’inferno…avevo anche pensato di farla finita…ma poi il tuo blog, lo psichiatra, le medicine, la psicoterapia, la meditazione e la vita che riprende a sorridere, a fiorire. 😊 Nasce una nuova Nicoletta, più forte, più sicura di sé, più serena…quanto ho desiderato la serenità 😊 Grazie infinite per il tuo blog, il tuo sito e grazie a tutti per i vostri racconti. Mai abbassare la guardia però 💪 anche se ora posso dire di aver capito molti tranelli ! Ricordare che il DOC è un grande tranello !
    In bocca al lupo a tutti 💪😊

  18. il disturbo ossessivo compulsivo e’ un meccanismo di difesa ma come nel calcio non ci si puo’ sempre difendere bisogna anche attaccare !

  19. Ammetto caro Lucio, che quando ero nella fase acuta del doc ho letto piu volte il tuo blog senza capire niente. Senza conforto. Tanto che ho pensato che il mio fosse una cosa diversa, e per certi versi il mio percorso è stato così. Sto iniziando a vedere adesso la luce dopo una ricaduta nel doc DEVASTANTE. Non nascondo che questa volta ho dovuto farmi aiutare con dei farmaci e una terapia cognitivo comportamentale con tanti esercizi mentali, e che piu volte mi hanno proposto un ricovero a cui mi sono opposta con tutte le mie forze. Però mi ha dato la forza di reagire da sola, era troppo per me pensare di essermi ridotta cosi. Però se pensate di non farcela,se vi sentite morire, accettate il ricovero senza sensi di colpa, stare in mezzo a persone che la pensano (sbagliando) come voi sarà la vostra salvezza per un po.
    Il mio doc riguardava la contaminazione e il perenne sentirsi sporchi, tanto che passavo le giornate chiusa in casa ferma in piedi senza toccare niente. Ho avuto per un sacco di tempo la paura di aprire le fineatre perche pensavo che pure l’aria da fuori potesse sporcarmi.
    Siamo onesti, il doc non sparisce ma impari a conviverci,anche se richiede uno sforzo mentale non indifferente. Ogni giorno quando la vocina nella mia testa non mi permette di sentirmi libera gli do una bella pedata nel sedere e continuo a fare lo stesso quello che voglio. Ma è solo assaporando il senso di libertà che si trova la forza di fare tutto cio. Come quando non sai di volere una cosa fino a che non ce l’hai.
    Adesso rileggo il tuo blog e capisco tutto alla perfezione, capisco soprattutto quando dici che se trovi una risposta soddisfacente all’inizio poi metti in dubbio anche quella.
    L’unica cosa che mi fa smettere le compulsioni quando mi viene da farle è chiedermi “lo faccio perche è reale oppure perche il doc mi dice di farlo?”. Cercate di tornare con la mente al QUI E ORA. Trovate il coraggio di rispondervi che non è reale.
    E il giorno dopo pensate che se ce l’avete fatta ieri e non è successo niente potete farlo anche oggi.
    E cosa fondamentale, il vostro obiettivo non deve essere “fare quello che fanno gli altri” ma “fare quello che facevo io prima del doc”. Non costringetevi a uno sforzo maggiore piu del necessario, altrimenti vi farete prendere dallo sconforto.

    Scusa Lucio,volevo esprimere anche il mio punto di vista per dare una mano a chi non trova conforto nel tuo. Questo è il mio dharma!

    1. Ho il tuo stesso tipo di DOC e anche a me spesso pare sia diverso dagli altri, più terribile, più invalidante, il peggiore dei DOC. Mi ha portato per un periodo come te a non fare niente dalla mattina alla sera e a stare chiuso in casa e in piedi per non sporcarmi.
      Ora sto un po’ meglio, ma è una bestia che non molla.

  20. Ciao Lucio bazzico sul tuo sito già da un bel po’ di tempo, mi è stato di molto aiuto in alcuni momenti.
    Oggi ho una domanda, e spero che tu o qualcuno che sia riuscito a gestire o ad uscire da questo mostro mi possa rispondere.
    È normale che certe volte, soprattutto nei momenti stressanti, sia proprio io ad andare a ricercare i pensieri disturbanti, a ragionarci su, prima che loro vengano fuori da soli.
    Così ovviamete da cadere in un baratro di disperazione.
    A volte mi sembra di sentire più che pensare certe cose, quando penso “non posso fare questa cosa perché sento che non lo amo abbastanza” e subito sale l’ansia.
    Anche sentire certe sensazioni fa parte della trappola del doc? Grazie di tutto.

  21. In parte, anche se con una storia completamente diversa, mi sono riconosciuto in Veronica, perché propabilmemte anche nel mio caso una delle tante cause che mi hanno portato ad avere il DOC è stata l’educazione che ho ricevuto: anche se assolutamente non severa, però mi ha portato ad avere anch’io una visione moralmente molto rigida della vita.
    Però leggendo questo articolo capisco che quello di Veronica era un DOC leggero, ha fatto presto a capire le cause e a trovare la soluzione. Io ho il doc da circa 16 anni e sono in cura con farmaci e psicoterapia da molti anni, e quei due punti fondamentali di cui parlavi tu Lucio, per me sono ancora molto confusi. Su cosa ci sia dietro al DOC sono venute fuori molte cose, forse troppe, e ciò mi crea confusione. E poi per quanto riguarda il trovare la propria strada nella vita sono ancora in alto mare.
    Si capisce anche che si tratta di un DOC non grave dal fatto che è riuscita a continuare a studiare, a vivere la sua vita, mentre io ho lasciato tutto.
    Questo mio commento non vuole essere pessimista, ma semplicemente far capire che esistono vari gradi di gravità del DOC e spesso una semplice psicoterapia non basta purtroppo. Vorrei tanto comprendere se da una forma grave di DOC come il mio si può guarire.

    1. Per Matteo.
      Appunto, a volte le persone parlano e magari hanno forme più lievi e, quindi, è un tantino più semplice!! Poi, magari, sono stati solo più bravi di me, verissimo, ma non posso escludere la prima ipotesi. Io, purtroppo, temo i farmaci ora poi che la PSSD è stata ufficialmente riconosciuta dall’EMA…

      1. Spesso i farmaci sono indispensabili e bisogna per quanto possibile acettare gli effetti collaterali, che sono minori degli effetti benefici con i giusti farmaci scelti caso per caso.

          1. Matteo, c’è un blog dedicato alla PSSD con tanto materiale. Il disturbo è stato riconosciuto di recente ma sono anni che la gente parla di questa cosa. Credo che se leggessi qualcosa in merito, non liquideresti così la faccenda che mi sembra piuttosto grave, come mi pare grave il fatto che la patologia non fosse indicata sul bugiardino.

    2. Matteo, si. Non demordere.
      C’è la faremo tutti. Coraggio ❤️
      Insisti con la terapia e non ti arrendere, la lotta contro questo mostro è già il primo passo per mandarlo all inferno..
      Non cantare gli anni che passano. Non ha importanza, tutti abbiamo le stesse possibilità, anche paragonarsi agli altri alimenta il doc. Ognuno è quell che è. Liberiamoci da stereotipi e ricette inventate.
      Io ti capisco benissimo.

      1. Grazie delle belle parole, anche se ho un’obiezione su: “tutti abbiamo le stesse possibilità”, non so, credo dipenda dalla gravità del disturbo.

        1. Anche il disturbo più grave, possiamo sconfiggerlo.
          O imparare i suoi schemi subdoli così da essere preparati il più possibile a gestire le crisi.

  22. Ciao Lucio dopo anni di sofferenza si arriva ad una consapevolezza tale da sapere che i pensieri sono falsi anche se in realtà lo si Sente anche nelle fasi acute , e si capisce che realmente il problema da combattere non sono i pensieri, credo fermamente che il doc sia una conseguenza, quasi una protezione, ecco riguardo a questo vorrei chiederti se la paura non dell ossessione ma quella che tu dici con la P maiuscola cioè quella che ci ha indotto a rifugiarsi nel doc e quella che ora vuole trattenerci nel doc e vuole ostacolare il cambiamento, va’ indagata razionalmente e spiegata o come dicesti tu va affrontata con un atto di fede e il tempo darà le sue risposte? Perché comunque ragionare sul perché ci infila in altri dubbi e paure e incertezze . Che ne pensi? Perché quella paura fa più paura della paura delle ossessioni. Perché è vero che il doc ci sta sviando ma capire da cosa fa ancora più paura. Ciao

  23. Per Daniele:
    “Perché è vero che il doc ci sta sviando ma capire da cosa fa ancora più paura.”
    Ma no, dai, perché? Io sarei anche curiosa ma non se è facile saperlo, purtroppo. La terapia più indicata a questo scopo è la psicodinamica, almeno sulla carta. Sapere cosa non va e poi comportarsi di conseguenza per risolvere la propria vita potrebbe essere la soluzione ma temo sia un’utopia.

  24. Salve,
    da mia esperienza personale posso dirvi che le soluzioni al problema sono 2.
    La prima è lasciar scorrere i pensieri ( chiaramente per fare questo è necessaria molta pratica visto che i pensieri sono automatici e la maggior parte delle volte arrivano senza che noi ci accorgiamo ).
    Oppure in alternativa bisogna cambiare il nostro modo di pensare, quindi tramite psicoterapia o affrontando le nostre paure e rinforzando il muscolo del coraggio.
    Mi permetto di consigliare a tutti quanti una piccola app di meditazione veramente ben fatta…10 minuti al giorno per 10 giorni per capire la tecnica giusta e per fare pratica….poi fatemi sapere se vi è stata utile….l’app in questione si chiama clarity

    1. Ciao Marco,
      “bisogna cambiare il nostro modo di pensare, quindi tramite psicoterapia ”
      non credo che una finzione, una strategia, un prendersi in giro da soli (del tipo: io penso positivo) sia una soluzione corretta.

    2. Ciao Marco,
      In riferimento alla prima opzione, io sto seguendo quella. E ho scoperto Gennaro Romagnoli e Clarity, a Dicembre. L’ansia è diminuita tantissimo, ma purtroppo ho ancora i pensieri automatici
      Ma mi rendo conto che ci sono giorni in cui sto benissimo, e non ci penso. E invece giorni in cui l’ansia torna forte. Ma come sappiamo fa parte del “gioco”
      Posso dirti però che a me questo percorso di 10 giorni è poi altre meditazioni, hanno aiutato davvero tantissimo. Sto bene per settimane adesso, quando invece prima stavo male sempre. Secondo me è una valida opzione per guarire 😊

  25. mai parlato di finzione o strategia…ma cambiare modo di pensare realmente….come succede appunto con la terapia cognitivo comportamentale….

    1. Appunto, Marco, la TCC. Per me cambiare modo di pensare è fingere, fare strategie! Idem terapia strategica. Credo che dobbiamo cercare la verità, trovare noi stessi.

  26. Ognuno trova la sua strada, ognuno sceglie la sua terapia in base al proprio sentire. Tutte lavorano per la risoluzione del problema, a volte bisogna cambiarne diverse. Altre volte si è fortunati e si becca al primo tentativo. 😊
    Abbiate fiducia in voi e nella terapia che fate, non dobbiamo portare i dubbi anche in quello.

    1. Ciao Mari, per me non è così. Secondo me, è bello anche parlare delle soluzioni come di ogni cosa perché siamo liberi e perché non tutte sono allo stesso livello.

  27. Ciao Lucio, volevo chiederti se potevi approfondire il discorso doc da relazione. Non voglio sminuire gli altri tipi di doc ma a me sta rovinando la vita. Anche mio marito ormai è arrivato al limite. Credo che sia uno dei doc più difficile ad uscirne. Ti devasta completamente e nel mio caso sta rovinando la serenità della mia famiglia. D

  28. Ciao Lucio,
    L’ansia non ha età. Io ho 50 anni e combatto sempre con il mio nemico. Tra alti e bassi si va avanti. L’educazione rigida dei miei genitori mi ha portato a essere una donna insicura. Se un ragazzo mi guardava e mi piaceva e io ero fidanzata era una cosa scorretta. Da quel momento mi sono sentita una poco di buono e mi sono fatta tante domande..perché ti piace ….se sei fidanzata non puoi provare simpatie x altre persone. Quante sedute da psicologi ma 30 anni fa non si sapeva neanche cosa fosse il doc. Poi con il tempo il mio nemico mi lasciava in pace. Mi sono sposata e ho avuto spesso molte ricadute alla fine ne ho parlato con mio marito che ha sempre creduto in me. Purtroppo il meccanismo lo conosco bene sempre la stessa musica sempre le stesse domande . Se ti guarda allora sei innamorata. Ma non è così non ho mai tradito. Quanto analizzo la mia situazione serenamente mi viene da dire che sono ridicola eppure a volte nei momenti cupi la domanda è sempre la stessa. Il bello che mi capita anche con uomini brutti…ecco il mio problema caro Doc. Mi sono imbattuta nel tuo sito che bello. Ho letto e riletto tante la volta la storia di Veronica e la mia storia al maschile. Stessi schemi stesse domande. Lucio solo tu puoi capirci veramente. Un grazie di cuore e spero di leggere ancora le tue storie

  29. Mi sembra sia diventato un posto dove le persone che non stanno bene si sfogano,compulsando uno con l altro,dura uscirne in questo modo.

  30. Mi spiace dirlo, davvero. Ma ciò che provo è solo tanta invidia. Soffro di questo disturbo da 8 anni ed attualmente, per il tipo di vita che sto avendo, non posso seguire nessuna psicoterapia. Non so se peggiorerò, al solo pensarci mi senti male. Vedo bene il gioco infernale a cui mi sottopone la mia mente. E so anche perché. Ma nonostante tutto, non ci riesco proprio ad uscirne. Tanto di cappello, ma, per me, una via d’uscita non la vedo proprio.

  31. Oddio, questa storia avrei tranquillamente potuto scriverla io!
    Mi sento così simile a Veronica, per certi aspetti!
    In alcuni punti il mio cuore ha avuto un sobbalzo!
    E ho pensato: “Ma allora non sono l’unica ad aver avuto certo tipo di pensieri?!??”
    Sono anni che lotto con io DOC e la mia lotta non si è ancora conclusa.
    Ma sapere che qualcuno là fuori, da qualche parte nel mondo, possa aver avuto i miei stessi pensieri mi è di enorme conforto!

    Lucio, ho bisogno di mettermi in contatto/parlare con Veronica.
    Come posso fare?
    Mi rendo perfettamente conto che, per questioni di privacy, non puoi diffondere i suoi dati personali ma… se ti dessi io i miei e li girassi a lei?
    Naturalmente sempre ammesso che lei ne avesse voglia.

    Ti ringrazio. 🙏🏼

  32. Caro Lucio, potresti gentilmente approfondire in qualche tuo post/articolo il discorso sul doc omosessuale e su quello pedofilo?
    Grazie.

  33. Complimenti Lucio! Questo post si rivela a mio avviso particolarmente interessante per vari motivi:
    – siamo in grado di partorire pensieri incredibili e indicibili e la nostra non accettazione porta in maniera evidente ad amplificarli;
    – a differenza di quanto diceva lo stesso Lucio nei post di alcuni anni fa il doc non si manifesta solo con ipotesi e condizionali. L’esperienza della ragazza evidenzia come l’ossessione sia anche una parola secca, un’affermazione secca (il suo “Sono lesbica” è emblematico). Insomma, il doc se le inventa tutte per tornare a prendere il centro della scena (domande se la mia é paura o volontà – a chi non é capitato? – o ancora la paradossale paura di non avere più paura, ragionamenti a catena, mettere in dubbio se sia o meno doc, mettere in dubbio le parole del proprio terapeuta);
    – ci vuole grande coraggio nell’avviare la propria rinascita perché é proprio in quel momento che il doc rompe l’anima cercando di tornare a imporsi. Questo é il mio punto debole poiché mi rassegno ogni volta che non faccio particolari passi avanti e purtroppo so di fare con il mio tirarmi indietro il gioco del doc.

    Volevo infine chiedere al grande Lucio la possibilità di affrontare in uno o più post il doc da pensieri proibiti e/o aggressivi. So bene che tutti i doc sono per certi versi uguali. Un’esperienza diretta di chi ce l’ha fatta puó essere più che rassicurante direi motivante.

  34. Bellissimo post, ma mi dispiace dire che non mi rispecchio per nulla nella storia di questa ragazza. Continuo sempre e solo a peggiorare, ma perché? Non ce la faccio più. Sto malissimo, prendo un sacco di psicofarmaci e temo sempre di commettere qualche sciocchezza come il suicidio. Ma non voglio, voglio guarire. Mi sono rivisto di più nel tizio malato mentale descritto nel racconto che non nella ragazza. Dopo tutto sono un malato mentale piuttosto grave per davvero. Ho Doc, depressione, ansia generalizzata, attacchi di panico, tremori, ansia sociale fino alla fobia, non riesco quasi a uscire per la paura degli altri, ho paura che muoiano i miei genitori, anche dato il periodo che stiamo vivendo, ho paura di tutto. Da solo non sono minimamente autonomo. Mi manca l aria tutto il giorno, devo scrivere spesso per scaricarmi. Ho provato e sto provando meditazione, psicoterapia, agopuntura, shiatsu, ecc. ma tutto mi da un sollievo effimero. Vorrei non avere desideri, essere un automa, sarebbe meglio. Prendo 7 psicofarmaci diversi, ma come cazzo si fa? Come faccio a tornare sano? Non viaggio più, i ristoranti sono un incubo per l’ansia sociale, così come qualsiasi luogo affollato. È difficile anche fare la spesa. Ho paura di incontrare gente che conosco perché mi sento giudicato, come se mi leggesse dentro. Ho paura di tremare in pubblico e i tremori aumentano se faccio attività fisica, che adorerei se no. Facevo pesistica senza problemi una volta. Ora il disturbo me lo vuole impedire. Anzi me lo impedisce. Non ce la faccio più. È tutto un incubo e non ho trovato nessuno conciato male come me. Mi sento così solo. Quando nel racconto viene nominato quel signore con disturbi psichici viene descritto quasi come uno non degno di nota. O peggio da temere, da tenere lontano. Ma io mi sento come lui. Non so più che c ho, Doc, non Doc, non lo so. C ho duemila pensieri, duemila malesseri fisici e ansie/paure, duemila scosse e tremori che peggiorano con l’attività fisica e la presenza degli altri. Arrivati a questo livello si può davvero uscire dal tunnel? Aiuto! È una richiesta di aiuto la mia. Non so più che fare. Punto tutto sulla meditazione e finito questo periodo di coronavirus spero di poter intraprendere un percorso con Mario Thanavaro. Qualcuno lo conosce? Ce la posso fare? Aiuto!

    1. Ciao Filippo io convivo col doc da quasi 12 anni, e sto meglio anche se è sempre dietro l’angolo, la vita è gioia e meraviglia se vuoi puoi, cambiare non è mai facile sopratutto per chi ha il doc, alla fine vuoi o non vuoi è la nostra zona che odiamo ma di confort, per cui ti auguro vivamente di cuore anche se non ti conosco di ritornare a splendere, io ti capisco perchè anche io ho sofferto e forse continuerò a soffrire molto, ma bisogna lavorare tanto, un abbraccio grande e tutte le persone che hanno sofferto e che soffrono di questo problema inventato dalla testa, non finirò mai di ringraziare Lucio Odisei per lo stupendo lavoro amore e passione che ha messo in questo blog fonte di ispirazione per molti,grazie Lucio

  35. Anonimo ti ringrazio. Non so se il mio è uno dei casi più gravi, so solo che in qualche modo come dici tu devo tornare a splendere. Grazie della vicinanza. È un incubo ad occhi aperti ma è pur sempre una illusione e posso farcela a smontarlo come ha fatto Lucio. Grazie davvero a Lucio e a tutto quello che ha fatto e fa con questo blog. Scusate lo sfogo del mio post precedente ma è davvero dura, una paralisi mentale e a tratti fisica che mi crea dei dolori atroci. Spero davvero di farcela. Un abbraccio ad Anonimo e a Lucio. Filippo

    1. Ciao Filippo,
      se vuoi provare con un piccolo aiuto che potrebbe anche darti una grossa mano( dipende molto da te )…prova a scaricarti questa app clarity e fai le 10 lezioni da 10 minuti gratuite

  36. Ciao Filippo, il sentirsi solo, l’unico dell’universo a soffrire sono due delle infinità di false affermazioni del doc. Perché il doc te lo dice proprio! Mentre tu pensi ” ce la farò! Tante persone soffrono, hanno sofferto e ne sono uscite e ne usciranno” , il doc ti dice ” no! Tanto tu sei l’unico al mondo soffrire, gli altri non soffrono di problemi mentali perché in realtà non hanno il cervello ma una macchina al posto di esso e tutto è un complotto contro di te” ecc ecc ecc. Questo è per farti capire l’assurdità e le fesserie che a volte fanno anche ridere… Numero 1 : non siamo pazzi perché sia fottutamente lucidi!
    Numero 2 : l’ansia è il problema principale. Senza ansia tutti sti pensieri non fanno alcun effetto. L’ho vissuto in prima persona! È l’ansia che ti fotte. Che ci fotte. È questo che ho imparato. Quindi basta lavorare su quella, e grazie a questo blog ho scoperto la meditazione. Pensavo fosse una stronzata invece no! Cazzo è un toccasana per l’ansia! Ti consiglio di puntare tutto sulla meditazione. Io l’ho scoperta circa un mese fa e all’inizio era come un’illuminazione, una rinascita! Tutti sti pensieri, e sti problemi immaginari scomparsi con dei respiri….. ovviamente è un lavoro lungo, a me ad esempio oggi c’è stata una piccola ricaduta, ma dovuta ai livelli di ansia più alti del solito…. però basta concentrarsi sul respiro anche tutta la giornata se serve ! Forza ragazzi!

  37. Si Giuseppe hai ragione. Infatti finita l’emergenza Covid-19, sperando che tutto vada bene voglio iscrivermi a un corso di meditazione Vipassana che ho trovato. Spero tu abbia ragione. Le meditazioni che ho fatto finora non mi hanno aiutato molto, ma chissà la Vipassana non l’ho mai provata. Sicuramente come dice anche Lucio la meditazione è però la chiave per uscire da questo inferno. Perché solo inferno lo si può chiamare. Che tutti noi possiamo uscire da qualsiasi forma di disturbo mentale, DOC ecc. Un abbraccio e buona Pasqua a tutti!

  38. Ciao a tutti, come state? spero per voi bene (ma visto che soffriamo di DOC scrivere bene per molti può risultare un parolone compreso il sotto scritto) mi è venuta in mente un idea! chiaramente se Lucio è d’accordo! dopo che tutta questa faccenda del COVID sarà finita (ah sono molto vicino e il mio pensiero è andato a tutte quelle persone che soffrono da DOC da contaminazione spero di cuore che siate riusciti a passare dei giorni non troppo sofferenti) perché non creiamo un incontro so che potrebbe sembrare utopico perché scriviamo da tutta Italia però credo che ci possa dare una grande forza, tutti in qualche modo abbiamo lo stesso problema, sviluppatosi in maniera più o meno simile per tutti, io soffro da DOC omo da molti anni ma la causa di tutto l’evento non è stata una domanda ma un immagine intrusivo dopo aver fumato cannabis, però leggendo a menadito questo blog mi ritrovo perfettamente con i sintomi del DOC mi è stato detto anche dalla terapista ma ho messo in dubbio anche questo, io credo che un incontro anche molto informale dove ognuno di noi esponga la propria storia possa essere di conforto e una grande mano per tanti compreso il sottoscritto , e poi dopo si potrebbe fare una cena, ditemi se può essere una buona idea intanto vi abbraccio e sapere che ci sono persone come me che hanno sofferto quello che ho passato io mi stringe il cuore, perché solo chi soffre di DOC può sapere quanto è doloroso ti annienta ti manda al tappeto ma poi come dice Lucio bisogna rialzarsi e non farsi più scivolare la vita tra le dita, andare avanti anche se certe volte pensiamo di aver fatto dieci passi in avanti e cento indietro, vi abbraccio,Alessio.

  39. Giulio, ad intervalli regolari controllo sempre questo sito sperando di trovare nuovi post.
    Si sente la mancanza del tuo supporto. Spero che presto possa leggere nuovo materiale. È dura a volte, ci sono giornate che iniziano male piene di ossessioni di ricordi passati che vengono come a confermare tutto ciò che temi, che ti fanno sembrare reale ciò che stai pensando. Ho doc da relazione e la mia relazione ha avuto alti e bassi nel corso degli anni, ho commesso tanti errori e ripensarci mi mette in crisi perché sento come se ciò che ho fatto, gli errori commessi siano in realtà un chiaro segno di ciò che non voglio accettare.
    Vorrei tanto avere la consapevolezza, vorrei tanto possedere la capacità di vedere con occhi nuovi le dinamiche del doc, non soffermarmi sul contenuto dei pensieri, ma stare a guardare il suo processo subdolo. Vorrei potermi volere bene, con gli errori che ho commesso, con le mie fragilità. Vorrei poter non ambire alla perfezione. E invece nella mia testa le relazioni serie se le meritano solo chi non ha mai fallito, chi non ha mai sbagliato, chi non si è mai macchiato. Io non mi senro meritevole, non mi sento adatta, sento che la mia ha troppe macchie.
    Ma ci sono giorni che anche grazie alla terapia realizzo che l’impegno la costanza ci hanno portato fin qui, e devo essere grata. Ma il doc, mannaggia a te doc, come hai potuto invadere così la mia mente? Come hai potuto così spaccarmi..mi manca questa community.

  40. Scusate, se ho detto in quel modo, ma ho sbagliato a schiacciare il pulsante. Mi chiamo Christian Delfino, sono un calabrese e soffro da 7 anni di un disturbo ossessivo compulsivo gravissimo. Tutti tipi di Doc messi insieme, con una esarcebazione della pulizia e della contaminazione. E da anni che provo diverse terapie farmacologiche,all’inizio funzionavano, ma poi come un creino ho smesso quella che stavo seguendo da 9 mesi. Quella fu la mia prima terapia farmacologica. Funzionava ma poi ho abbandonato. Ne ho provate tante terapie farmacologiche ma non funzionavano come funzionava la prima. Ho girato una ventina se non più di psicologi e psichiatri viaggiando per l’Italia. Avendo scarsissimi risultati. Dopo 2 anni scopri per caso un medico psichiatra andando all’ospedale di Vibo Valenzia per ricoverarmi in psichiatria. È venuto un medico psichiatra il 29 settembre del 2019 e dal 30 settembre fino a oggi sono stato paziente e lo sono ancora. La terapia che mia ha dato è aumentata gradualmente nel tempo. Incominciando con qualche Risperal e qualche Daparox, associata a delle gocce di Xanax per l’ansia. Esse le ho tolte dopo poco tempo. Dopo qualche mese iniziai a prenderne 3 Daparox, poi abbiamo messo il Risperdal. Dopo alcuni mesi non rispondevo alla terapia, poi aggiunto la Venaflaxina e qualcosa sembrava migliorata. Poi l’abbiamo tolta non mi ricordo per quale motivo, sicuramemte per gli effetti collaterali. Poi abbiamo provato l’Anafravil da 100 mg é funzionava meglio. Siccome però gli effetti collaterali erano troppi, come eccessiva stitichezza e altro l’ho smesso. Da quel momento in poi provammo con un altro farmaco, il Maveral, cioé la fluvoxamina. All’inizio funzionava, ma poi ha smesso di funzionare. Non l’ho abbandonato, ma lo prendo ancora. Lo prendo da 6 mesi insieme alle 3 Daparox e ai 2mg Risperal. Adesso 2 mg prima per almeno 6 mesi prendevo 8 mg di Risperdal. Come lo abbiamo aumentato poco a poco nell’arco di mesi, poi lo abbiamo diminuito fino a 2 mg di oggi. Da 5 mesi prendo al posto dell’Anafravil il Maveral da 300mg. Le Daparox e le Risperdal le ho prese da sempre, cioé da quando avevo 16 anni, ma poi le ho interrotte. Incominciando di nuovo fino dal 30 Settembre 2019 a oggi. Siccome ho avuto moltissimi traumi e ho avuto anche una ricaduta, il Doc é diventato cronicizzato e super gravissimo. C’é li ho di tutti i tipi, ma la contaminazione é quello che mi ha distrutto di più la vita. Mi consigli di proseguire con la Terapia Cognitivo Comportamentale o provare un sacco di rimedi naturali omeopatici, cannabis, meditazione, filosofia orientale, ed etc. I farmaci devo ancora continuarlo a prenderlo fino a questo settembre che sta per venire del 2021. Ho sempre odiato lavarmi e non sono mai stato capace fin da piccolo. Così mi sono costruito dei rituali complicati per appagare la mia sete di pulizia. Facevo docce di 7 ore, ci mettevo 2 ore a lavare i denti e facevo ogni sorta di compulsione e mi venivano tutte le possibili tipi di ossessioni di questo Mondo. Detto questo spero che possiate aiutarmi. Grazie mille, un bacio🥰😘😇😅Ho cercato di dire un pò della mia vita riassumendo. Ci sentiamo se vuoi, un abbraccio

  41. Ciao Lucio, ti scrivo questo commento per ringraziarti. Grazie ai tuoi consigli sto venendo fuori dal DOC che mi ha tormentata per 6 mesi.
    Ti racconto la mia storia.
    Tutto è iniziato da un doc omosessuale, avevo fatto un sogno a sfondo erotico con una donna e da lì sono iniziate le paranoie. Crisi di panico, pianti, rassegnazione erano all’ordine del giorno. Poi si è tramutato in un doc da relazione (sono fidanzata da 4 anni con un ragazzo che amo) e infine in un doc aggressivo.
    Tutto questo fino a quando ho realizzato una cosa che mi ha cambiato la visione di tutto: il doc è arrivato nella mia vita per svegliarmi, per farmi capire che nel tempo ho assimilato delle abitudini mentali sbagliate che mi stavano facendo male. Sono sempre stata perfezionista, iperresponsabile, attenta ad ogni cosa e facile ai sensi di colpa ed era proprio questo mio atteggiamento a farmi cadere tra le spirali del doc. Grazie a lui ho capito che dovevo cambiare: dovevo smetterla di sentirmi in colpa per qualsiasi cosa, perfino per i pensieri che avevo. Così mi sono detta “tu non sei da meno degli altri solo perchè hai questi pensieri perchè questi sono solo pensieri, appunto, e li fanno tutti”. Il mio problema, come dici tu, non era avere quei pensieri ma reagire in modo spropositato di fronte a loro. Così ho iniziato a capire che valgo tanto come persona indipendentemente dai pensieri che faccio, per quanto assurdi possano essere. Finalmente l’ansia si è ridotta, sono serena e anche quando, ogni tanto, quei pensieri ritornano io ho la consapevolezza che non possono farmi del male e sono tranquilla. Li ho accettati. Li ho “normalizzati” nella mia mente e da allora non mi spaventano più. Tutto ciò che mi è rimasto è qualche piccolo fastidio a livello fisico che deriva da una somatizzazione di tutta l’ansia che ho provato in questi ultimi mesi (palpitazioni, dolore al petto, dolori muscolari) e il mio medico mi ha consigliato di scrivere per far venire fuori le emozioni anziché lasciarle intrappolate nel corpo e nella mente. Ecco perchè ho deciso di scriverti, non solo per ringraziarti ma anche perchè è molto terapeutico per me.
    Tantissimi baci.
    Maria

  42. ciao lucio eccomi ancora qua.
    ti scrivo principalmente perchè prima ti ho lasciato prima un commento pieno di ansia che non era ne producente per me ne per questo splendido blog che hai creato. non penso che condividere le nostre paranoie aspettando che qualcuno ci conforti abbia molto senso. Vorrei parlare più che altro di quello che mi sta aiutando a uscire dal demone-amico del doc. lo chiamo demone-amico perchè è astuto e sa farti male come un demone, è un amico perchè viene per svegliarci da una vita piena di insicurezze e vissuta non seguendo la nostra strada e i nostri principi bensi ci appiattiamo nel seguire la massa.
    quello che mi sta aiutando:
    -esercizi anti-vergogna
    -fare le cose anche da solo come uscire e leggere un libro al bar, cinemo da solo etc, passeggiata nella natura…
    -scrivere un diario giornalmente
    -far uscire energia con lavoro/sport/mettere a posto e compiere piccoli obiettivi giornalieri
    -chiamate con amici cercando di aprirmi senza però cadere nel vittimismo ma prendendo le cose con ironia
    – finchè non avro trovato sicurezza e finchè non mi saro ricentrato non cerco relazioni, se poi dovessero nascere spontaneamente le accoglierò senza ansia.
    -concedermi qualche lusso.
    -osservarmi e comprendere il dolore, non la sofferenza che ci auto-generiamo.
    grazie ancora a questo splendido blog, ne possiamo uscire! e se non ne usciamo almeno riuscire ad avere una vita molto vicina alla serenità.

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